IL LINGUAGGIO DELLA TRASCENDENZA IN ASTROFISIOGNOMICA

Un uomo disse al Buddha: “Io voglio la felicità”
Il Buddha gli rispose: “Prima togli io”
E aggiunse: “Ora leva voglio”
E concluse: “Ecco, ora ti rimane la felicità”
Buddha

L’astrologia ha un linguaggio arcano, ancestrale che supera la dualità yin/yang; in essa le opposizioni si completano l’un l’altra, in un’armonia cosmica. Questo è il fine ultimo dell’astrologia: andare “oltre” per condurre l’uomo al di là del bene e del male, ove il tema natale costituisce un veicolo interpretativo che ci permette di superare gli ostacoli dualistici.
La vita è un continuo dipendere: dipendiamo dai nostri pensieri, dalle emozioni, dal corpo con le sue pulsioni; dagli astri, dai pianeti, dalle costellazioni, dagli umori della terra e da tutto il cielo nel suo complesso divenire; il marito dipende dalla moglie, l’individuo dalla società, il figlio dal padre e così via. La dipendenza è una scelta di vita, è porsi in modo passivo davanti alla realtà ed al proprio tema natale; essa è una passività egoica, sottomessa alla realtà che ci circonda, ma che nasconde in sé una voglia di libertà, una ribellione alle proprie condizioni interiori ed esteriori.
Ecco allora apparire in noi la voglia di passare ad una condizione mentale opposta, ad una indipendenza; qui l’ego pensa di poter fare ciò che vuole, ha bisogno di essere indipendente dal tutto ed il tema natale e la stessa astrologia non sono altro che una limitazione non sopportabile dell’essere. Ecco allora il rifiuto cosmico di un egocentrismo imperante.
Tutto questo però è un falso; non siamo indipendenti e non possiamo esserlo perché facciamo parte di un vasto “Tutto”, di un Kósmos con le sue leggi e le sue energie: come potremmo essere indipendenti? Dipendiamo dal Sole, dalla Luna, dai quattro Elementi, dall’ossigeno che respiriamo, dai milioni e milioni di esseri che ci circondano, dalle piante, dagli animali; alla fine questo sforzo egoico non porterà altro che al fallimento totale, quando l’uomo si renderà conto che tutto ciò è inevitabile. Proprio però quando gli estremi, che possiamo chiamare dipendenza e indipendenza, falliranno alla nostra coscienza, l’intelligenza, la capacità di leggere dentro le cose, farà capolino e capiremo che oltre l’egoità, esiste un mondo completamente nuovo, una terza via. Prima però di poter proseguire in questa terza strada, è necessario affrontare la paura, che gli opposti possiedono in sé quando si fallisce; la dipendenza contiene in sé la paura quanto l’indipendenza. La stessa paura però può divenire un’enorme spinta al cambiamento. Ecco che il pianeta Mercurio, pianeta della mente e della comunicazione, brandendo il caduceo ermetico, nella sua funzione di psicopompo, ci condurrà nel regno di Plutone, dove risiedono le nostre paure. Il regno di Plutone, la sua dimora, è la Casa ottava, co-significante del segno dello Scorpione, l’8° segno dello zodiaco, che racchiude in sé l’infinito. Qui, dopo aver “attraversato le acque psichiche” o, in altri termini, la “notte oscura dell’anima” può avvenire la trasformazione alchemica, attraverso l’operazione del solvi et coagula. Qui avviene la seconda nascita, dall’utero terrestre all’utero cosmico.
Certo che non sarà facile, tutto ci dirà che siamo perduti, e quindi sorgerà una domanda: cosa ne sarà di me? A questo punto, potremo aprire gli occhi, con l’aiuto di Urano, pianeta della rivoluzione e della liberazione, che trova la sua esaltazione in Scorpione, e finalmente potremo capire che i due opposti, dipendenza ed indipendenza, in realtà sono falsi, frutto della dualità della mente limitante. In questa profonda crisi (Urano), avremo la possibilità di raggiungere il terzo livello di coscienza, che potremmo chiamare interdipendenza, ove Pianeti, Sole, Luna, sono immersi nel Tutto, dove dipendiamo dal tutto, ma anche la totalità dipende da ognuno di noi. Ecco che potremo pregare ad un livello coscienziale olistico e proporsi nel seguente modo:

“O Padre, che da te dipendo per tutto quello che ci circonda,
Anche tu dipendi da me, perché senza di te non potrei esistere,
Ma che anche tu esisti perché io ci sono.
Come può esserci Dio senza di me? E’ impossibile”.
(Preghiera ebraica)

Tutto ciò racchiude il concetto di responsabilità personale, che Saturno ben insegna.
Quindi la via dell’interdipendenza applicata al tema natale sarà multidirezionale, poiché esiste un traffico vitale fra il singolo individuo, unico ed irripetibile, ed il Cielo, ci sono due direzioni di marcia, ove dare e avere, inspirare ed espirare, sarà l’unico fatto reale che potremmo chiamare “Vita”.
La posizione cocienziale per un’interpretazione astrologica alla fine dovrà considerare un livello di interdipendenza fra Cielo e Terra per essere così capaci di rompere i vincoli duali che ci limitano nell’interpretazione stessa e nelle soluzioni interiori. Poiché “L’uomo è il Cielo ed il Cielo non è altro che un uomo” (Paracelso), fai amicizia con il tuo tema natale, parla con i Pianeti e piano piano loro si esprimeranno in te attraverso sensazioni, emozioni, pensieri, intuizioni, il tema natale parlerà di te e i Pianeti e le Stelle saranno i tuoi consiglieri, come tu lo sarai per loro. Questi veicoli energetici multidirezionali, questa energia vitale che non conosce confini, comincerà a scorrere in te ed in tutto ciò che farai. Tutto ciò potremmo anche chiamarlo AMORE. Il comprendere nel profondo che siamo interdipendenti ci porterà ad essere vivi, potremo capire la realtà in modo olistico, con nuovi punti di vista coscienziali e non solo.
Questa interdipendenza ci porterà di là dallo yin e dello yang e potremmo anche chiamarlo, in ultima analisi, Dio. Ora possiamo prendere per mano la Vita, non si è più soli e le paure egoiche scompariranno. Inoltre scopriremo che noi possiamo generare delle situazioni e delle reazioni soltanto con la nostra presenza ed altrettanto gli altri lo fanno con noi in infiniti modi, creando situazioni infinitamente diverse, poiché la realtà è fluida. “Pantha rhèi”, “Tutto scorre” Eraclito. Capiamo allora che la cosiddetta “scientificità”, che poggia su statistiche ripetute nel tempo, su principi matematici e logico-razionali, poco ha a che fare con la realtà reale, non catalogabile, non prendibile, non misurabile. Solo il “sentire” può permetterci di aprire la porta ad una comunicazione trascendentale. Il sentire è l’estrema forma di comunicazione, dove non esiste alcuna distanza fra soggetto e oggetto.
Questo è il regno di Nettuno, l’oceano della Vita, dove non esistono confini di dualità, ma si è nella Vita. Se però non sì è pronti e non si è passata la notte oscura dell’anima, è possibile anche perdersi nell’illusione di ciò che non ha limite. Il sentire è diretto, tutto il resto è interpretazione. Dall’interpretazione nascono verità e quindi la lotta e la dualità, dal sentire nasce la realtà, unica.


Jofhra-Pesci

Un’antica favoletta racconta che in un pollaio nacque una gallina con una mente logico-razionale, che si mise a studiare il comportamento dell’uomo che ogni giorno le portava il cibo da beccare. Inizialmente la gallina era spaventata da questa presenza, ma pian piano la paura sparì perché, per 999 volte l’uomo si era sempre comportato nello stesso modo. Allora ella, grazie ai dati raccolti, cominciò a costruire una teoria per cui si ripeteva esattamente la stessa situazione ogni giorno, con causa ed effetto sempre uguale. Alla fine la gallina si rilassò, perché aveva capito la situazione comportamentale dell’uomo in termini strutturalmente logici/matematico/statistici. Soddisfatta della propria logica, la millesima volta aspettò l’uomo dal comportamento per lei oramai prevedibile. L’uomo entrò nella gabbia e le tirò il collo.
Nella vita reale non esistono relazioni di causa ed effetto, non possiamo dar nulla per scontato, perché la vita è piena di eccezioni. La stessa scienza attuale non propone più certezze, ma parla di “probabilità” di un evento. Attraverso lo studio dell’astrologia quindi non dobbiamo fermarci sulle teorie fisse, alle scuole di pensiero, bensì attraversarle, per poter così toccare la Vita che ci impone di abbandonare tutte le tecniche ed affrontare il mistero che sempre sarà. Questo mistero senza tecniche trascende la realtà conosciuta ed interpretata. Dobbiamo avviarci a nuovi equilibri e armonie, così che i nostri tormenti possano finalmente essere superati. L’astrologia, quindi ha questo enorme compito: portare l’uomo dalla dipendenza all’indipendenza e infine, all’interdipendenza, la comunicazione che va oltre il verbo e ci fa fluire con la Vita.
Nel volto, come nel tema astrale, esiste una prima fase di dipendenza: nasciamo e siamo frutto dei nostri genitori, dei loro geni e dei nostri antenati. Da piccoli dipendiamo completamente da loro; ecco che prendiamo le espressioni ora dell’uno, ora dell’altro, anche se in realtà dentro è già forte un bisogno d’indipendenza, poiché c’è un carattere che preme per esprimersi. Man mano che cresciamo, il nostro volto come le mani e l’intero corpo prendono delle connotazioni del tutto personali, modellate dal carattere che lo plasma come argilla. Corpo e mente s’influenzano l’un l’altro. In realtà, anche qui esiste un’interdipendenza, fra i nostri pensieri, le nostre emozioni, il nostro corpo e l’ambiente in cui viviamo e che ci circonda, il cibo con cui ci nutriamo, le relazioni che intessiamo. Una volta compreso questo, più impareremo a fluire con la vita, più supereremo il nostro stesso volto. “Il segreto della felicità terrena è fluire con grazia insieme al cambiamento.
Lascia che ogni cosa vada e venga liberamente. Tutto passa: le persone, gli eventi, il tempo, la vita stessa. Impara ad accettare gioiosamente ogni nuova esperienza.” Swami Kriyananda
Quando avremo raggiunto l’equilibrio perfetto, trasceso ogni forma di dualità, anche lo stesso nostro volto si presenterà trasfigurato, in perfetta armonia, come quelli di Gesù Cristo, del Buddha, di Maometto.







Gli stessi pianeti, con il loro linguaggio simbolico, ci spingono a mostrare il nostro vero volto, di là dal bene e del male, ad andare “oltre” i ruoli che rivestiamo nella vita; solamente così potremo veramente comunicare, ascoltare la Vita, essere Vita, una goccia unica ed irripetibile nell’infinito oceano. In questo non vi è il rifiuto degli opposti, ma l’attraversamento degli opposti stessi. L’attraversamento delle acque psichiche, non il loro studio. Il colloquio planetario, fatto anche d’opposizioni e di tensioni, in realtà non è “contro”, ma “per” l’uomo, per permettergli di comprendere la vera Vita, oltrepassando la soglia. Dio è amore: come potrebbe metterci un pianeta contro? Lo stesso volto che presenta segni, sofferenze, disequilibri, denota che dentro vi è una vita che si muove, che lotta a vari stadi, che cerca una sua espressione reale; molto più pericolosi sono quei volti, conosciuti anche in psichiatria come “facce d’angelo”, che non esprimono emozioni, sofferenze, ma sono “angelici”.
Quindi attraverso Plutone avviene la trasformazione, ci immergiamo nelle Acque psichiche e moriamo alla dipendenza e alla indipendenza; attraverso Urano vi è il risveglio, l’illuminazione, il flash intuitivo che ci rivela l’ultima realtà, dove ci aspetta Nettuno, l’oceano della Vita, dove non esistono confini di dualità, ma si è nella Vita. La sua posizione e i suoi aspetti rivelano il rapporto che abbiamo con il “divino” e la capacità di entrare in contatto con il mondo spirituale, in particolare se ciò che sentiamo è reale o frutto di illusione, quindi falso. Possiamo considerare quindi Urano, Nettuno e Plutone, pianeti invisibili ad occhio nudo, come strumenti ed espressione di questa interdipendenza, di questa capacità insita nell’uomo di trascendere i confini della comunicazione, dell’individualità; essi sono pianeti transpersonali che riguardano il collettivo, che trascendono l’individualità, vivibili o meglio percepibili solamente da chi compie un lavoro su di sé, portandosi con il proprio volere al confine dettato da Saturno. Fino a qui si può procedere con le proprie forze. Oltre la soglia, non si porta nulla, c’è l’ignoto, dove solo la grazia in termini cristiani, il “surrender” in altri termini può permetterci di accedere. Una volta giunti qui, il Sole può risplendere in pienezza e relazionarsi in perfetto equilibrio con la Luna. Tutto questo avviene tramite Mercurio alchemico.
La predisposizione innata a trascendere e percepire che esiste qualcosa che va oltre il visibile e l’egoità e la capacità di collegarsi a questo “tutto”, nel volto è visibile nella fronte, solitamente più alta che larga, ampia, spaziosa, espressione di una mente intuitiva, immaginativa, astratta. Di seguito alcuni esempi:

Paramahansa Yogananda
   

Padre Pio
   

In particolare, la fronte di padre Pio vista di profilo evidenzia la forte componente lunare della sua Luna in Cancro: è una fronte che in linguaggio tecnico si definisce “lunare”, arcuata come la falce crescente. Ciò caratterizza persone dotate di sensitivà.
Lo stesso dicasi per Martin Luther King, con la sua bella Luna in gioia nel segno d’Acqua dei Pesci.

Martin Luther King
   

La capacità di collegarsi e di comunicare con altri piani coscienziali e di entrare in stati di coscienza, agendo da tramite tra Cielo e Terra, è evidenziata nella fronte da due protuberanze presenti nella parte alta della fronte, all’attaccatura dei capelli. Questo il significato delle corna, come ben espresso da Michelangelo nel suo Mosè.


Michelangelo: Mosè

Un altro elemento del volto che descrive la capacità di trascendere la dimensione oggettiva e del visibile, l’abbandono dello stato di coscienza, si trova nell’occhio, in particolare nella visibilità della sclera, del bianco, in 3 parti attorno all’iride (sanpaku): a destra, a sinistra e nella parte bassa dell’occhio, in condizioni normali. Questa condizione si verifica normalmente in tutte le persone nell’attimo prima di svenire o di morire, o in casi particolari nelle persone che facilmente stanno staccandosi dalla dimensione della vita quotidiana in senso negativo (gravi malattie, pensieri suicidari, stati di follia). Vediamo questa caratteristica nei quadri che raffigurano i santi in estasi mistica, oppure il Cristo e la Madonna. Di seguito alcuni esempi:


La Madonna

san Carlo Borromeo

san Francesco

Jeddu Krishnamurti
   

Gurdjeff
   

Rajneesh Bagwan