LILITH E LE SCELTE ETICHE PAGATE A CARO PREZZO
di Paolo Crimaldi
Le vie della Luna
Perugia 20 – 21 luglio 2013
Lilith, la luna nera ...
La luna nera in astrologia in realtà non è un pianeta, ma un punto virtuale: il secondo fuoco dell'orbita lunare, il più vicino all'apogeo lunare.
Il nome Lilith è stato tratto dall'antica Bibbia ebraica, dove si narra che fosse la prima donna e la prima moglie di Adamo, da lui e da Dio ripudiata perchè si rifiutò di sottomettersi all'uomo e di giacere sotto di lui. Scelse la sua indipendenza accoppiandosi con i demoni, e le vennero allora uccisi tutti i figli. Da allora per vendetta scelse di sedurre gli uomini mentre dormivano per poi ucciderli o farli impazzire, sterminando anche la prole nata da quegli accoppiamenti.
La metafora la dice lunga quindi sul senso che in astrologia si attribuisce alla luna nera: rappresenta il fascino torbido, le perversioni, l'aspetto "ombra" della femminilità. Se la Luna è la madre, la moglie, la compagna, Lilith è senza dubbio l'amante, ed in un oroscopo maschile rappresenta il tipo di donna che ci attira sessualmente, oltre naturalmente al tipo di fantasie erotiche.
Ma la luna nera non è solo legata alla sessualità: i suoi aspetti in un tema, il segno e la casa che occupa possono fornire indicazioni interessanti rispetto al nostro lato "oscuro" in senso generale, quello che teniamo in qualche modo nascosto, e quindi rivelare gli incubi, le paure o anche i vizi e le crudeltà che sotterraneamente esercitiamo o vorremmo esercitare. Il nostro lato "senza scrupoli", insomma, o anche la nostra fragilità nascosta.
Basta semplicemente leggere il mito senza pregiudizi ed essere allenati a lavorare con l’Ombra propria come quella altrui, cosa che ogni astrologo dovrebbe gestire con maestria, e ci si accorge che questo elemento della carta natale può fornire indicazioni davvero strabilianti circa il codice etico-morale e il relativo agire di una determinata persona.
La presenza di un femminile diverso da quello a cui siamo abituati è sempre stato presente, forte e incisivo, creando non pochi tormenti alla psiche maschile, tendenzialmente e ipocritamente apollinea, fino a spingere ad una violenza brutale di cui ancora oggi la cronaca è piena.
Il mito di Lilith affonda le sue radici in Mesopotamia, nella cultura assiro-babilonese, e ci fa conoscere un demone femmina, spirito del vento il cui nome è Lilitu (fortemente legata alla dea Inanna), che poi si trasforma in un altro demone che vive nel tronco di un salice il cui nome è Lillake. Molto probabilmente è da tale tradizione culturale che il mito ebraico di Layil trae la sua origine, una sorta di demonessa notturna, pelosa e molto pericolosa, che poi si configurerà nella Lilith biblica, la prima moglie di Adamo, fatta allo stesso modo di questi secondo alcune fonti, secondo altre con sudiciume e non polvere pura.
Ma indipendentemente da come ella fu creata, il mito parla chiaramente di una donna che decide di non sottostare al potere coercitivo e bieco di Adamo, proprio a partire dalla posizione supina nell’atto sessuale, cosa che probabilmente le precludeva il piacere sessuale, o sicuramente una libertà creativa di sperimentare la sessualità, tant’è che decise di lasciare il suo compagno (come del resto per altri versi, con maggiore astuzia farà anche Eva) e dirigersi verso il mar Rosso dove vivevano demoni lascivi con cui si univa e concepiva almeno cento lilim al giorno. Adamo preso dalla disperazione chiese aiuto a Dio, il quale mandò tre angeli (Senoy, Sansenoy e Semangelof) a chiederle di tornare dal suo uomo. Lilith si rifiutò, adducendo la motivazione che oramai non poteva più essere la moglie onesta di un tempo. Gli angeli le dissero che in tal modo avrebbe rischiato la morte, ma ribatté ricordando loro che Dio l’aveva incaricata di occuparsi di tutti i neonati maschi fino all’ottavo giorno di vita (momento della circoncisione) e delle femmine fino ai venti anni di età. Promise loro però che se avesse mai visto nella culla un amuleto con i nomi o le sembianze dei loro tre volti, avrebbe salvato il neonato. Ciò trovò il consenso degli angeli, ma Dio decise comunque di punirla in un modo davvero crudele: facendo morire ogni giorno cento dei demoni appena nati dal suo ventre.
Ciò è quanto riportato in gran parte da Graves e Patai nella loro monumentale opera sui miti ebraici, ma personalmente proverei ad analizzare in chiave analitica il mito Lilith e provare a vedere quanto di effettivamente demoniaco è in lei, e quanto invece è solo un tentativo di indurla al silenzio e alla sottomissione solo per il suo essere stata coerente con le proprie scelte e non aver accettato alcun compromesso atto a negare la propria libertà e dignità di persona libera.
Voler mantenere la libertà e non accettare la bugia, o la semplice negazione delle proprie scelte e del proprio passato, è intollerabile in una cultura maschilista all’interno di una religione monoteista. E’ l’atto che non viene perdonato, perché mina le basi della società e della famiglia, di quel nucleo che per molti versi assicura la riproduzione della specie. Non dimentichiamo poi che la discendenza da parte ebraica è di tipo matrilineare, cosa che risulta ancora più grave visto che una donna lasciva e libera nei suoi costumi sessuali mette a rischio l’identità della prole, rischiando anche contaminazioni con altre etnie, impedendo quindi un idea di razza pura che è pur sempre stato un concetto presente nella psiche dell’uomo non solo in tempi recenti.
Lilith porta il marchio di colei che ha trasgredito i valori del femminile sottomesso, di non essere sottostata alla Legge, e paradossalmente è stata forse la prima ad avvicinarsi alla figura dello Ubermensch nietzschiano, ad acquisire una morale libera, capace di andare al di la del bene e del male. Ma è proprio questa libertà che la porta ad essere tacciata invece dell’Ombra del male.
Ecco il punto: libera, coerente con una morale che non accetta il compromesso per ristabilire un ordine a cui precedentemente ha rinunciato, alle sicurezza che esso comporta, per mantenere intatta la sua dignità. Ma tutto ciò è troppo, è sovversivo ed ecco che ad ogni cultura, donne di tale levatura diventano streghe, malefiche creature atte a procurare il male a uomini buoni e ignari della natura di colei che li accompagna.
Il paradosso, ridicolo sotto molti punti di vista, è proprio quello che l’uomo che combatte e pretende la sottomissione di tale donna, implicitamente (o se si preferisce inconsciamente) accetta la propria inferiorità, l’incapacità di tenersi accanto una donna non tanto per la sua intelligenza e piacevolezza, bensì per la sua coercizione violenta a sottomettere chi solo fisicamente alcune volte è più debole di lui, ma non certo psicologicamente.
La tradizione tibetana non è certo avulsa a tale tipo di discorso, tant’è che forte appare la figura della dakini, fate, streghe, maghe che la tradizione popolare tende ad associare a donne capaci di assumere forme animali (cagne in particolare), capaci di alzarsi in volo e pericolose per i bambini specie di notte. Secondo alcuni sono addirittura gli spiriti di donne morte di parto o a causa del Satì.
Ma se la tradizione popolare vede nelle dakini un aspetto negativo, il dualismo orientale ne recupera anche il lato positivo, tant’è che secondo il buddhismo Vajravana esse sono messaggere protettrici di potenzialità inconsce e attraverso la loro natura a volte demoniaca, ci mettono in contatto con i nostri aspetti ombra, tant’è che molti tibetani ritengono che esse aiutino a superare il demone dell’arroganza. Come non bisogna dimenticare che le dakini sono iniziate al tantrismo, ovvero ad una visione del sesso come mezzo di evoluzione.
La dakini scrive Carla Gianotti
… si muove nello spazio liminare della coscienza e, disvelandosi attraverso il sogno o la visione, guida gli adepti al ridimensionamento dell’ego e al superamento del dualismo del mondo fenomenico. La concezione della dakini in ambito buddhista, poi, presenta particolari connessioni e coincidenza con il concetto di Anima secondo l’interpretazione junghiana.” (1)
Ecco il punto che permette un aggancio con l’astrologia: Lilith come manifestazione dell’archetipo dell’Anima, ma anche dell’Ombra.
Perché questa connessione tra i due archetipi? Jung riteneva che la sigizia Anima-Animus attraverso l’Ombra ha più possibilità di potersi manifestare, ma soprattutto attivare e portare avanti una propria evoluzione sia sul piano individuale che collettivo. La rimozione dell’aspetto di Lilith, ovvero tutto ciò che è eticamente non convenzionale, può poi essere proiettato sia negativamente (Lilith come demone e quindi aspetto pericoloso della propria psiche da tenere nascosto e vivere con paura) manifestandosi con atteggiamenti rigidi, dogmatici, chiusi, bigotti, oppure in positivo (Lilith come donna libera che non accetta tra le altre cose la posizione supina nell’atto sessuale con un Adamo tutto sommato un po’ noiosetto) attraverso il riconoscimento di un femminile creativo, propositivo, capace di andare emotivamente oltre gli schemi di una morale rinchiusa in aspettative e comportamenti che portano alla magra consolazione finale di un epitaffio comune in cui si ricorda la madre amorevole e la moglie generosa!
L’Ombra nella sua funzione negativa relativa a Lilith ha fatto il suo ingresso anche in astrologia. Basti semplicemente pensare al glifo adoperato: una Venere mutilata, ovvero la parte terrena rappresentata dalla croce sottostante il cerchio è intatta, mentre la parte superiore, il cerchio per l’appunto, appare mutilato, ne manca una metà, quella di destra, quasi a sancire ancora una volta che una donna non può permettersi scelte determinate e definitive, pena la negazione della sua emotività, per l’appunto l’emisfero destro del cervello che è la sede dei più importanti processi inerenti l’affettività, la creatività e la sensibilità.
Jung pensa che l’Ombra rappresenti una parte inferiore della personalità perché formata da aspetti che sono ancora allo stadio primitivo. Per cui in termini astrologici si viene a formare immediatamente un vero e proprio sinolo tra Lilith/Saturno, ovvero un Ombra inaccettabile alla coscienza ordinaria perché i contenuti proiettati sono proibiti dalla coscienza morale dominante. In termini di astrologia psicologica l’archetipo della Persona, spesso contrapposto a quello dell’Ombra in quanto legato invece alla maschera con cui ci presentiamo al mondo esterno, è dato invece dal sinolo Sole/Giove, ovvero all’insieme di aspetti riconosciuti come propri perché socialmente accettati.
Dal punto di vista strettamente interpretativo, è bene ricordare che Lilith andrebbe letta sempre in stretta relazione a Saturno, specie se tra loro esistono delle dinamiche, poiché ci è dato capire in che modo l’Ombra, con tutto il suo rimosso, agisce all’interno della sfera emotivo-relazionale dell’individuo.
Importante è la casa in cui cade Lilith, perché indica ciò che non ci è dato conoscere, almeno non con facilità, è il luogo oscuro della nostra psiche di cui possiamo avere solo una labile intuizione. Ad esempio se Lilith si trova nella dodicesima casa natale, è molto probabile che si farà fatica a capire le potenzialità intuitive e medianiche che la persona possiede, avvertendole addirittura in modo negativo allorquando affiorano alla coscienza o si manifestano senza alcun controllo. E’ probabile che verranno proiettate su un altrove che troverà il nome più adatto e sicuramente neutro affinché non le si vivano con senso di ansia se non di angoscia e paura. E’ probabile che la situazione possa sbloccarsi, e portare ad una accettazione in concomitanza di un transito di Saturno o Chirone in congiunzione proprio alla Lilith natale, favorendo così un graduale ritiro dell’Ombra dall’esterno per riconoscere come proprie queste qualità altrimenti viste come problemi.
Non dimentichiamo però che l’Ombra (in questo caso Lilith) ci accompagna e cambia nel corso della vita nelle sue manifestazioni, ma difficilmente si trasforma, pur se adeguatamente illuminata (per l’appunto da uno dei transiti di cui sopra), perché è il nostro elemento creativo che paradossalmente combattiamo pur sentendocene profondamente affascinati.
Per comprendere bene il suo significato e il modo in cui Lilith si manifesta è bene analizzare quali transiti dei pianeti generazionali l’hanno toccata nei primi 21 anni di vita (l’arco dei primi due quadrati a se stesso del ciclo di Saturno), in quanto se ne può determinare il tipo di rimozione presente e il modo in cui si manifesta. Naturalmente di particolare importanza sono le congiunzioni visto che possiedono un potere divincolante da certe difese psicologiche e possono permettere, come si è già detto, un vissuto creativo e non patologico di queste potenzialità-ombra.
A questo punto sorge il problema della scelta etica e morale, assolutamente libera, che Lilith porta con sé. Ovvero essere indipendenti da ciò che gli altri si aspettano da noi, un vivere sradicato da quei valori affettivi peculiari alla dialettica Eva/Maria – Venere/Luna, in cui bisogna riconoscere l’autorità del maschio e accettare in silenzio quanto imposto, avendo poco spazio per le rivendicazioni personali e soprattutto sessuali, legate al piacere.
Eticamente Lilith ci fa comprendere che proprio ciò che maggiormente abbiamo paura a manifestare, a vivere liberamente, è ciò che necessita alla nostra Anima, che è nutrimento per la nostra crescita e stabilità psicologica, al punto tale da mettere in discussione valori e pregiudizi vecchi di secoli e secoli di cultura patriarcale.
Tra queste scelte, portate finalmente alla luce come nuovo smascheramento di una morale del si fa ma non si dice, che in questo momento è possibile anche grazie al passaggio di Plutone in Capricorno, troviamo il giusto riconoscimento di una vitta sessuale anche da anziani, e non solo da parte degli uomini, ma anche delle donne. Probabilmente s’inizia a scardinare uno dei tabù più vecchi e repressivi della nostra società, riconoscendo alla persona anziana il desiderio, la voglia di provare passione, di viversi l’orgasmo liberamente, specie per la donna, che avendo attraversato e superato la menopausa non ha più il problema di gravidanze indesiderate.
Ecco che viene fuori il lato di Lilith anarchico, legato alla pulsione del piacere, di un piacere che è finalizzato esclusivamente al benessere di noi stessi, che naturalmente non è egoico, ma semplicemente naturale, ma che è stato patologizzato (si pensi all’isteria) al fine di reprimere l’eventualità che una nuova vita, un nuovo amore nella terza età potesse mettere in gioco destini patrimoniali o la semplice onorabilità del nome della famiglia.
Naturalmente ciò non valeva per i potenti, monarchi, politici, artisti, perché il potere permette tutto, ed ecco allora il nuovo incrocio di Lilith con Saturno da un lato (la sicurezza del potere conquistato attraverso il lavoro) e una nuova dinamica importantissima nella lettura di questo elemento della carta natale che è la forte interconnessione tra Lilith/Plutone.
Come fa notare Patrick Giani, Lilith al pari di Plutone ci permette di accedere alla memoria della razza umana, forse ai tempi delle primissime incarnazioni. Da ciò credo che ella possa farci conoscere ciò in cui siamo stati davvero liberi nelle passate incarnazioni e quanto caro ci è costato tale trasgressione. Il tutto agisce a livello inconscio, tant’è che viviamo poi Lilith come Ombra, proiettandola sugli altri, vedendola ovunque, e se particolarmente dissonante, restando ossessionati da questo materiale rimosso che agisce nel modo più subdolo che ha a sua disposizione. Ma se riusciamo a fare luce su queste paure, sulle ferite ereditate da vite precedenti, o semplicemente acquisite in questa esistenza attraverso il contesto socio-culturale nel quale si è vissuti nei primissimi anni di vita, abbiamo una bellissima chance per cambiare, per vivere liberi, per acquisire l’indipendenza di una morale e di un etica che dà modo di iniziarsi ad un percorso scevro da pregiudizi e paure che porta inevitabilmente alla realizzazione di se stessi.
Naturalmente tale percorso non è appannaggio solo di Lilith, ma dell’insieme della carta del cielo, di quel meraviglioso, intrigato e magico gioco che ogni singolo pianeta, casa, aspetto, punto sensibile porta con sé, e possiamo ritenerci davvero fortunati, ricchi, realizzati se riusciamo a vivere con libertà la nostra vita assecondando un percorso etico che si allontana da religioni, ideologie e segue semplicemente il proprio destino, anche se talvolta per alcuni sinistro, ma fortunatamente per i tanti radioso e luminoso.
NOTE
1) Carla Giannotti, pag. 16
BIBLIOGRAFIA SU LILITH
Testi a carattere astrologico
AA.VV. – Lune noire - Editions Traditionnelles
J. Aimé - Le lune noire: un monde interdit - Edition du Rocher
P. Giani – Astrologie karmique – Ed. De Vecchi, Paris, 1992
J. De Gravelaine - Le retour de Lilith - L’espace bleu
M. Kelley Hunter - Living Lilith: Four Dimentions of the Cosmic Feminine - The Wessex Astrologer
L. Livaldi Laun - Lilith e le relazioni affettive nel significato astrologico - Ed. Capone
C. Negri - Lilith la luna nera - Ed Cin
G. Ruchet - Les astres noirs - Dervy –Livres
Testi a carattere mitologico
J. Bril - Lilith o l’aspetto inquietante del femminile - Ecig
D. Collon - The Queen of the Night - The Britsh Museum Press
M.T. Colonna - Lilith la luna nera e l’eros rifiutato - Ed. del Riccio
C. Gianotti - Donne di illuminazione - Ed. Ubaldini
R. Graves – R. Patai - I miti ebraici - Tea
S. Hurwitz - Lilith. The First Eve - Daimon Verlag
R. Sicuteri - Lilith e la luna nera - Ed. Astrolabio
Testi a carattere psicologico
J. Hillman - Il sogno e il mondo infero - Ed. Adelphi
W. Roth - Incontrare Jung - Ed. Magi
M. Trevi – A. Romano - Studi sull’Ombra - Ed. Cortina
Paolo Crimaldi, laureato in filosofia e specializzato in psicologia, si occupa di astrologia da più di trent’anni, prediligendo l’aspetto psicologico e karmico-evolutivo.
Autore di vari libri sia di carattere astrologico che psicologico, tiene corsi e conferenze in tutta Italia.
Per contatti: paolocrimaldi@gmail.com