"TORNAMMO A RIVEDER LE STELLE". CHIRONE IL VIANDANTE DELL'ANIMA
di Milla Basso
Ho deciso di trattare il tema di Chirone in quanto la riflessione su questo simbolo del “guaritore ferito” non solo per me è spesso stata fonte di profonde considerazioni sulla condizione umana in generale ma, in particolare, perché il “destino” per sentieri a volte interrotti, a volte più pianeggianti, mi ha infine portato ad occuparmi professionalmente di persone fragili, diverse, di coloro che spesso sono considerati “outsiders” dalla maggioranza.
Allora, sapendo che “nulla accade mai per caso”, ho iniziato ad avvicinarmi agli studi che autorevoli astrologi (Melanie Reinhart e Paolo Crimaldi in primis) avevano fatto proprio su questo planetoide o cometa che dir si voglia, scoperto nel 1977, dall'astronomo Charles T.Kowal a Pasadena CA USA . Per quanto concerne ,invece, lo studio in termini astrologici, il primo astrologo ad interessarsi fu Zane Stein a Philadelphia USA.,collocandolo nella Costellazione del Centauro.
Ora, ciò che attrasse anzitutto la mia curiosità fu il fatto che Chirone avesse un moto tutto suo, che si scosta decisamente da quello degli altri Pianeti: è detto appunto “maverick”, il non-allineato e si muove nell'orbita compresa tra Saturno ed Urano con moto eccentrico.
Alcuni ritengono abbia il Domicilio in Sagittario Casa IX - facendo riferimento alla natura di Centauro e di Maestro Spirituale espressi dal Segno – altri, enfatizzando il valore della “corporeità” e della sua guarigione, lo vedono domiciliato in Vergine Casa VI, altri ancora lo vorrebbero domiciliato in Bilancia considerandolo l'ottava superiore di Venere (al pari di Nettuno, con cui Chirone condivide il valore autocurativo e di guarigione, ma su un piano, direi, più trans-personale): inoltre, in Bilancia troviamo l'esaltazione di Saturno che insieme alla capacità di mediazione ed equilibrio, tipiche del Segno, sembrerebbero enfatizzare queste qualità chironiane.
Personalmente, a mio modesto parere, trovo che la sede del Sagittario sia più coerente al simbolo stesso.
E' opportuno a questo punto raccontare in sintesi il mito legato a Chirone.
Egli nasce dalla relazione adultera del Titano Cronos-Saturno con la Ninfa Filira. Dal momento che i due amanti sono scoperti da Rea, moglie di Cronos, quest'ultimo fugge mutandosi in cavallo: così Filira, una volta partorito il figlio, vistolo metà uomo e metà cavallo, ne rimane spaventata e lo abbandona chiedendo a Zeus di essere trasformata sotto altre sembianze: diverrà l'albero del Tiglio. Il piccolo Chirone sarà quindi “adottato” da Apollo che lo istruirà in ogni tipo di arte e conoscenza; Chirone, così saggio e paziente, crescerà diverso dagli altri Centauri, caratterizzati invece da impulsività, aggressività e rozzezza. In seguito egli sarà il Maestro di eroi come Giasone, Achille, Asclepio ed Eracle: il mito dice che fu proprio quest'ultimo a colpire per sbaglio con la freccia intrisa del veleno dell'Idra, il ginocchio di Chirone, mentre l'eroe compiva l'uccisione del cinghiale dell'Erimanto, compiendo il ciclo delle sue dodici fatiche.
Nonostante le conoscenze mediche e la capacità di affrontare il dolore da parte di Chirone, dopo un certo tempo, durante il quale la ferita non si rimarginava, il Centauro fu costretto ad implorare Zeus di renderlo mortale per porre fine alla sofferenza: richiesta accolta a condizione che fosse liberato dalle catene e dalla pena il Titano Prometeo, colpevole di avere dato agli uomini il “Fuoco” della conoscenza (Prometeo rappresenta Urano, l'altro Pianeta che, con Saturno, determina l'orbita del nostro planetoide). Zeus rese onore a Chirone collocandolo quindi nella Costellazione del Centauro.
Vorrei fermare ora l'attenzione su alcuni aspetti, interessanti dal punto di vista psicologico:
Ø La natura di semi-dio dovuta alla sua origine: il padre è Cronos che concupisce la Ninfa Filira, da qui la doppia natura, divina e umana; l'uomo è per natura ambivalente, nutrendo spesso sentimenti, pensieri ed emozioni contrastanti; la dialettica psiche – soma, o corpo - spirito caratterizza la nostra stessa natura;
Ø La madre, vista la “mostruosità” del figlio lo abbandona alla nascita e chiede a Zeus, spinta dal grande senso di colpa per l'amore adulterino, di essere trasformata in qualcosa di diverso da ciò che era: verrà esaudita e trasformata in tiglio (albero dalle note proprietà curative e dalla cui corteccia era possibile vaticinare) mentre Chirone, archetipo del figlio adottivo, sarà allevato ed educato da Apollo, che gli sarà così padre e maestro nella musica e nelle arti mediche e curative.
Ø In seguito, lo stesso Chirone sarà maestro di Asclepio ed Eracle, ricostituendo una sorta di “famiglia” mai avuta alla sua nascita; qui abbiamo il “rifiuto” e “l'abbandono” ma anche la possibilità di “familiarizzare” con i propri simili, ricostruendo il nucleo psichico che assolve al bisogno di amore, di accettazione e di nursering dei primi mesi di vita;
Ø L'etimologia del nome Chirone secondo alcuni risale al greco “cheir-cheiròs”, letteralmente “mano” (per estensione aiuto, unione): è la mano di chi ti accompagna durante il cammino, la cura ..; inoltre il glifo, dato dalla lettera K sotto cui è posto un piccolo cerchio, ci ricorda l'immagine di una chiave che può aprire nuove porte (della coscienza? dell'anima?); infine, la lettera greca “chi” è espressa da una grande X … come non pensare, per suggestiva analogia, al simbolo di Cristòs e al suo sacrificio per salvare l'umanità?
Ø La “cura” ed il “processo di guarigione” come “viaggio introspettivo” e spirituale innanzitutto, dunque.
Ø L'azione “guaritrice” di Chirone, nel Tema Natale, sia esso radix (cioè, com'è posizionato al momento della nostra venuta al mondo) sia di transito (ovvero, durante il suo passaggio sui Pianeti del Tema Natale), si esprime nel suo ciclo – della durata di 51 anni circa prima che ritorni su sé stesso - in un periodo della vita in cui “cominciamo a fare i conti con la morte”. Non siamo più giovani, né ancora vecchi, ma ci incamminiamo lungo la strada di chiusura di alcune fasi: i figli escono di casa, per la donna si avvicina la menopausa, tutti si guarda ai risultati, più o meno di successo, che siamo riusciti a conseguire, abbiamo iniziato a sperimentare il lutto dei nostri genitori e a volte degli amici, siamo sempre più consapevoli della caducità del nostro corpo, osservandone i cambiamenti ma soprattutto, direi, entriamo nella prospettiva, anche dal punto di vista spirituale, dell'impermanenza del Tutto.
Il Mito esprime bene questi passaggi:
Ø 1-Rifiuto ed abbandono: è la cosiddetta “ferita dell'anima”, il dolore con cui veniamo in contatto.
Ø 2-Crisi: è la consapevolezza della sofferenza e la sfida a volerla guardare in faccia per affrontarla.
Ø 3-Rielaborazione: le nostre ombre, i nostri demoni vanno compresi e integrati.
Ø 4-Guarigione: il processo così iniziato si avvia alla sua soluzione, con tempi e modalità che variano da individuo a individuo. Nelle nostre biografie, Chirone ci mette di fronte a sfide che sappiamo raccogliere e gestire oppure non siamo neppure in grado di avvertire … ed è così, quindi, che ciò che oggi non affrontiamo (inteso come ferita, problema, disagio) ce lo ritroveremo nuovamente, magari esacerbato, al prossimo transito di Chirone. Va detto, però, che quando sappiamo ascoltare il messaggio del nostro “compagno di viaggio interiore” il processo trasformativo di “cura” e “guarigione” dell'anima ci fa morire a noi stessi per rinascere a nuova luce, così da potere “tornare a guardare le stelle”! Con la rinnovata consapevolezza di sapere che non siamo “solo” un corpo, ma anche uno Spirito e che le leggi che regolano la dualità della natura umana vanno integrate … per non ammalarci.
Riprendo ora il tema della “doppia natura” cui si faceva riferimento poc'anzi: Chirone, narra il mito, è il solo Centauro non selvaggio, non brutale ed il fatto di essere metà uomo e metà animale esprime la compresenza di soma e psiche, la cui sintesi darebbe origine al “potere terapeutico” dello stesso Centauro.
E' noto che, affinché si possa parlare di “guarigione” è fondamentale che prima ci sia una “ferita” che deve essere vista: in Chirone la ferita è il “rifiuto” dei genitori, “l’abbandono”. Le ferite spesso sono fisiche, come nel caso del ferimento del ginocchio per mano di Eracle, amico preferito da Chirone, ferita talmente insopportabile da richiedere a Zeus di renderlo mortale pur di dare fine al dolore.
Le ferite spesso sono anche spirituali, rimandano alla sofferenza della nostra anima... possono sembrare guarite, ma a volte tornano a fare male ...
Ferita dell'anima, cura, guarigione: il simbolo per me stava prendendo forma e significato già a partire da queste parole.
Osservavo il mio Tema Natale per comprendere il messaggio del mio Chirone in Pesci Casa XI e nel frattempo cercavo di sapere quanto più possibile sul mito e gli studi astrologici attorno a questa “chiave simbolica” ... ho così ripercorso la mia vita come una sorta di “autobiografia”, consapevole che il raccontarsi è già di per sé, in un certo senso, “curativo”: la mia ferita faceva parte della mia biografia individuale, mentre lo studio di Chirone mi rimandava alla “mito-biografia”, in cui la ferita è collettiva entrando a far parte di una biografia transpersonale più ampia, che ci trascende e riguarda gli altri di cui ci prendiamo cura.
La “cura” mette in atto il processo di “guarigione”: dove noi, infatti, abbiamo Chirone (Casa, Segno e Aspetti) individuiamo la ferita e ne intuiamo la cura, attivando così il processo di guarigione stesso che è, in ultima analisi, un “percorso di trasformazione”.
Il mito ci dice di come il Centauro allevato da Apollo fosse esperto nella medicina, nella musica e nelle arti (tutte medicine per il corpo e per l'anima!) .
Curare, dunque,diventa così un “atto vocazionale” ed in questo senso ritengo che sia adeguata la collocazione di Chirone in Sagittario Casa IX intesa anche come vocazione.
Sempre nei processi di guarigione ci poniamo degli obiettivi, abbiamo delle aspettative, che a volte parlano di nostre proiezioni: quindi, ridimensionare le aspettative risulta utile sia al curante che al “ferito”, l'importante è non perdere la speranza che la cura possa funzionare!
In astrologia i simboli correlati a questa pratica, a mio parere, sono Giove e Plutone per quanto concerne fantasie di onnipotenza e di potere sul cliente e, sul versante contrario, troviamo Saturno che ci riporta tanto ad un sano “senso del limite” versus onnipotenza, quanto ci mette in guardia anche da possibile sfiducia e rinuncia alla guarigione medesima. L'importante è non perdere la speranza che la cura “possa funzionare”, dicevamo, e qui ancora una volta troviamo il Sagittario con i valori gioviani della fiducia!
Le qualità specifiche di Chirone nel mito lo descrivono come “maestro interiore”, “guida”, “sciamano”, “catalizzatore”, “unione degli opposti”, “risanatore”, qualità tutte che ben esprimono la natura trasformativa e rielaborante dell’archetipo.
Il processo chironiano, nella nostra vita, quando mettiamo mano all'esperienza del dolore e della sofferenza (nostra o altrui) ci fa viaggiare alternativamente tra i mondi di Saturno (tradizione / passato / stagnazione emotiva) e quelli di Urano (resilienza / futuro / elaborazione emotiva) in linea, sul piano metaforico, con il moto eccentrico astronomico dell'asteroide stesso.
Riteniamo, però, che la valenza “trasgressiva” e “trasformativa” di Chirone nel momento in cui risana la ferita tiene conto della storia personale di sofferenza e dolore (è la lezione di Saturno, inteso qui come principio di realtà), guarda la “cicatrice”, ma non la elimina (come farebbe Urano, seguendo la sua natura rivoluzionaria), bensì la trasforma, la eleva a livello evolutivo del percorso di guarigione individuale, integrandola nel vissuto del “ri-sanato”.
“Chi cura il guaritore ferito?”, allora, si domandava Jung, che con l 'astrologia integrata alla psicoterapia ha aperto nuovi orizzonti di pensiero e pratica di cura dell'animo umano...
Questa domanda fondamentale sul piano epistemologico e, perché no? anche mito-astrologico, può avere un'unica risposta: “il guaritore ferito deve innanzitutto curare se stesso per potere guarire gli altri”.
In questo senso, Chirone è “evolutivo”; in particolare durante i suoi transiti, abbiamo l'opportunità di “ricontattare” le ferite infette e porvi rimedio: infatti, sarà solo dopo esserci presi cura di noi stessi, avendo rielaborato i traumi, integrandoli nella coscienza, che saremo in grado di “farci carico” delle ferite altrui. Chirone qui è il nostro “compagno di viaggio” (altro valore sagittariano) che ci “prende per mano” portandoci oltre la sofferenza, verso una nuova luce.
Vorrei soffermarmi, a questo punto, sul tema della ferita e della cicatrice che lascia.
Il mito narra che Chirone, per affrontare il suo dolore provocato dalla freccia di Eracle che per errore lo colpisce al ginocchio, è costretto a “piegarsi a terra” sulle ginocchia stesse e così facendo in un certo senso si “umilia”: la parte soma-animale-selvaggia-divina è ferita e il dolore gli fa prendere coscienza del suo lato mortale: è il cuore umano che invoca Zeus di trasformarlo in mortale (a questo punto, come non trovare alcune similitudini con il sacrificio di Cristo?).
Comunque vogliamo vedere questo passaggio, credo che il fatto fondamentale consista nel percorso che va dal riconoscimento all'elaborazione e superamento del dolore, della sofferenza causata dalla ferita, alla sua accettazione, che comporta spesso il perdono nei confronti di coloro i quali ci hanno fatto soffrire, che ci hanno abbandonato, che ci hanno tradito (vorrei sottolineare come il “perdono” sia riconducibile ai valori di Nettuno, archetipo strettamente connesso nei processi di “guarigione”, come si diceva più sopra)…
L'insegnamento di Chirone nel Tema Natale, così, ci aiuta a comprendere meglio il rifiuto subito, in particolare nella primissima infanzia, se non in vite precedenti, per chi crede nella reincarnazione, non solo, ma anche proprio a partire da questa consapevolezza, abbiamo in mano “la chiave della guarigione”... possiamo fare dono agli altri della “cura”, perché abbiamo innanzitutto sanato la nostra ferita esistenziale. Penso che la creatività di ognuno, il riconoscimento del proprio talento siano il regalo che Chirone ci rivela affinché noi tutti possiamo restituire alla comunità ciò che è il “dono della nostra autentica diversità”.
Com'è chiaro intuire, ciò non è stato un fatto che si svolge dall'oggi al domani! Nel mio caso, ad esempio, ad un certo punto della mia vita mi sono messa in cammino, in un viaggio interiore, fatto di passi avanti e fermate... ma alla fine ho compreso che la mia diversità era la mia “chiave di volta”, secondo l'insegnamento di Chirone: mettere la mia sensibilità, la mia capacità empatica e la mia intelligenza emotiva, al servizio di chi vive nel disagio, nella follia, nelle dipendenze di ogni tipo, ma riconoscendo allo stesso tempo l'importanza ed il valore anche del “limite”, secondo l'insegnamento di Saturno.
Io posso curare le ferite altrui a condizione di essermi “messa in sicurezza” (emotiva-spirituale), ponendo dei confini ai richiami suggestivi di onnipotenza di Giove e Plutone…!
Oggi posso dire in tutta onestà che “prendermi cura” delle altre anime, non solo ha contribuito alla guarigione di alcune mie ferite, ma costituisce ogni giorno fonte di arricchimento spirituale e nuova energia per me e, spero, per le persone che fanno parte della mia vita.
Questa è la lezione del mio Chirone che continua ad indicarmi la strada con la sua freccia quando la Luce si affievolisce e le Stelle sono lontane all'orizzonte.
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BIOGRAFIA
Nata a Milano il 22 Giugno 1963.
Ho conseguito la maturità classica,quindi la laurea in Educazione Professionale.
Mi occupo di riabilitazione in salute mentale.
Studio astrologia da circa 30 anni ; prima da autodidatta, poi ho completato la formazione quadriennale con Eridanoschool di L. Fassio.
Frequento il primo anno del Corso CIDA Milano.
Tengo corsi di astrologia umanistico-evolutiva.
Autori principali della mia formazione: Greene, Rudhyar, Arroyo, Sasportas e Crimaldi.