I TRANSITI DI SATURNO E CHIRONE E LE PROVE CHE RENDONO SAGGI E AIUTANO A SCOPRIRE IL SACRO CHE E’ IN NOI
di Paolo Crimaldi

L’incontro con il sacro, con il trascendente avviene quasi sempre in momenti di crisi, quando si apre un varco nella nostra coscienza e ci ritroviamo da soli, dinanzi al mondo, avvertendo un tale sconforto da pensare seriamente che non ci sono più vie d’uscita, che la nostra vita ha ormai imboccato la china che porta verso il basso e che i giochi sono ormai fatti e nulla è più possibile attenderci da noi stessi e dagli altri.
Questa breve descrizione sicuramente cupa e depressiva, giunge durante un transito di Saturno, soprattutto quando questo pianeta viene a formare un aspetto dissonante ad un pianeta personale, ma più nello specifico al Sole. Infatti, le quadrature, le opposizioni e le congiunzioni di Saturno di transito al Sole natale coincidono molto spesso con momenti in cui si avverte chiara la sensazione di trovarsi dinanzi ad un muro d’incomunicabilità, d’indifferenza emotiva, di chiusura verso il mondo, avvertita però il più dello volte in modo inverso, ossia come un ostilità da parte dell’universo, degli altri nei nostri riguardi, tanto, che come in un gioco di specchi, si finisce col chiudersi a riccio, dimenticando di vedere da dove ha avuto inizio il tutto e per quale ragione è accaduto.
Nello specifico, le quadrature di Saturno di transito al Sole di nascita sono apportatrici d’eventi esterni che vanno a risuonare con problematiche emotive in nuce nella nostra psiche, e ancor più nell’anima, risvegliando patologie, rabbie, frustrazioni che giacevano latenti o che agivano inconsciamente, non rendendoci consapevoli di quanto accadeva all’interno della nostra vita.
Come fa ben notare Dane Rudhyar, bisogna però fare una distinzione sul tipo di quadratura che si viene a creare, ovvero se è una quadratura crescente o decrescente. Egli scrive:
“Mentre il quadrato crescente rappresenta essenzialmente una crisi a livello di azione spontanea, auto-manifestante, impulsiva, costruttiva, il quadrato calante si riferisce invece a una crisi a livello di costruzione di una forma di coscienza che dovrebbe essere il fondamento su cui può iniziare un nuovo ciclo di attività”. (1)
Ovvero il quadrato crescente ha una funzione più istintiva e tende nel caso di Saturno a far patire maggiormente il transito poiché lo si vive solo nella sua funzione strettamente materiale, e quindi maggiormente legata all’evento materiale, mondano; mentre il quadrato decrescente porta ad avere una maggiore consapevolezza di se stessi e del proprio percorso, ci si è confrontati anche con il lato ombra attraverso la precedente opposizione, imparando ad integrarne i contenuto con il susseguirsi del trigono, per giungere appunto alla consapevolezza del quadrato che aiuta ad indirizzare la problematicità espressa dalla natura dei pianeti per giungere ad maggiore consapevolezza di se e di quello che è il proprio percorso evolutivo, ma soprattutto, nel caso di un transito di Saturno, può indicare l’accettazione di una responsabilità o parte di se che fino a quel momento è stata relegata, rimossa nel proprio inconscio e agiva anarchicamente portando spesso anche conseguenze piuttosto spiacevoli.
In altre parole il transito di Saturno in questo caso, a livello sincronico, va ad agire sul piano esterno, materiale per richiamare alla coscienza, a livello psichico, una problematica che da tempo era in nuce e attendeva solo l’evento nefasto per potersi manifestare. Ma è proprio l’evento nefasto quello che dà significato e spessore alla nostra realtà psichica e ci spinge verso il sacro che inizialmente lo cerchiamo fuori di noi, attribuendolo ad una pratica, ad un dio, ma che poi, col tempo, consapevolmente o meno, riconosciamo in noi e lasciamo che ci guidi verso la guarigione dal dolore, dall’esperienza anche traumatica che il transito ha causato ma che allo stesso tempo ha corrisposto ad un risveglio di coscienza.
In termini junghiani possiamo parlare di sincronicità, ovvero di una connessione significativa, ma non attribuibile al nesso di causa-effetto, tra un avvenimento esterno con uno interno, o per dirla con la Bolen:
“La sincronicità è il principio che Jung ha individuato come il nesso che collega la psiche all’evento in una coincidenza significativa, ed è il partecipante a determinare appunto (attraverso sensazioni puramente soggettive) su una coincidenza sia “significativa”. Per apprezzare pienamente la forza della sincronicità, è necessario aver fatto esperienza personale di una coincidenza inspiegabile, e aver provato una reazione emotiva spontanea – brividi su per la schiena, stupore p trasporto: sensazioni che spesso si accompagnano alla sincronicità. Idealmente, non c’è un modo razionale per spiegare una coincidenza, nemmeno soltanto il caso”. (2)
Sono proprio i transiti di Saturno quelli che maggiormente pongono l’accento sugli eventi sincronici, quasi a volerci aprire la coscienza ad un qualcosa che ormai è maturo e attraverso una serie di messaggi sempre più forti ci guida verso la sua realizzazione. Si può dire che questi transiti ci spingono a prendere atto di quale possa essere la nostra matrice destinica, ossia qual è l’esperienza che ci attende per poter individuare il nostro Sé, cosa che può richiedere più di qualche prova e sacrificio, un sacrificio di quell’insieme di cose che riteniamo erroneamente indispensabili alla nostra vita, ma che tali non sono e che paradossalmente ci richiedono dolore, sofferenza nell’essere abbandonate. E’ un lavoro sugli inutili attaccamenti, sulle radici che in realtà sono legacci che c’impediscono un vissuto attivo e centrato sulla nostra dimensione realmente esistenziale.
Il problema che si pone è quello tra l’agire e il non agire, che come troviamo nel Tao Te Ching, corrisponde al wu–wei, quel principio della non azione che porta l’individuo a seguire semplicemente quella che è la propria Via, il percorso esistenziale che il destino ha in serbo per ognuno di noi. Ma wu-wei non va preso alla lettera, non è il principio di pura passività, ma di accoglimento, di apertura, di sviluppo di una comprensione e pazienza capace di farci vedere l’altro che c’è in noi e attorno a noi, sia pure con fatica, sacrificio.
Ed è proprio il sacrificio, la rinuncia, parole care all’esperienza saturnina, che finiscono con il dare significato e profondità a questo transito che porta luce nella coscienza, che riapre, in maniera a volte rozza e brutale, vecchie ferite; o ne crea delle nuove su cui versa poi sale solo per ricordare che il dolore è risveglio alla vita, riconoscimento della nostra individualità che spesso va perduta in progetti che non ci appartengono, in relazioni che ci rubano l’anima e in un insieme di atteggiamenti mentali che ci portano lontano da ciò che veramente siamo. E’ lo choc di un evento non auspicato, che temiamo, proprio in quel settore della vita che è indicato dalla casa in cui Saturno transita, a farci risvegliare, a darci la possibilità di accorgerci dell’incantesimo, dell’illusione in cui eravamo incappati. Naturalmente, non è mai ciò che vorremmo vedere, e nonostante tutto possa essere abbastanza chiaro, possiamo tergiversare e continuare a credere nell’illusione, nella proiezione fatta precedentemente e con la quale ci eravano identificati anima e corpo.
Saturno, con la sua falce, inesorabile e freddo, ci porta a compiere il nostro destino, a ritornare al Tao, alla Via che avevamo momentaneamente abbandonato, risvegliando in noi un dolore ancestrale, archetipale che è anche però la base della nostra creatività e forza vitale.
Del resto, non dobbiamo dimenticare che ogni nascita, da quella biologica a quelle esistenziali e psicologiche, partono sempre da un dolore, fisico o psichico che sia, corrispondente ad uno choc che apre ad un mondo nuovo, ad una realtà diversa dalla precedente e in grado di garantire un esperienza che prima era pressoché impossibile.
L’esperienza del transito d’opposizione di Saturno ad un pianeta natale, e in particolare al Sole, è invece legata al rispecchiamento, al confronto con l’Ombra, con le parti di sé che non si accettano e vengono represse o proiettate su altri. Ritrovarsi a dover riconoscere che una parte dell’Altro che non ci piace, che c’infastidisce, che ci manda su tutte le furie, ci appartiene ed è anzi un aspetto anche abbastanza forte della nostra psiche, è un’esperienza abbastanza forte, che richiede un fermezza psicologica e morale abbastanza solida perché altrimenti il confronto può portare alla sensazione di annullamento del proprio Sé, alla depressione, sia pure momentanea, al desiderio di non esserci più, che non prende la forma del suicidio, ma di una presunta accettazione della morte come liberazione da una vita che sembra non avere più scopi.
Il transito d’opposizione di Saturno al Sole o alla Luna ha proprio la funzione di farci confrontare con la nostra psiche più profonda, attraverso le due figure genitoriali di riferimento. Una loro eventuale perdita, o momentanea crisi profonda con esse, dovuta a motivi di ordine materiale, è l’evento esterno che costella ed avvia una gran cambiamento interiore che mette dinanzi a responsabilità e alla visione di propri errori che fino a quel momento non erano stati visti, così come è probabile che avvertiremo una sensazione di solitudine, di sentirci orfani, una consapevolezza, al momento agghiacciante, di non poter contare più sull’aiuto dei nostri genitori, o comunque di figure di riferimento importanti, scoprendo all’improvviso di essere diventati adulti.
L’esperienza della solitudine è dominante nei transiti di Saturno ed è un vero e proprio banco di prova che può portare sia alla libertà da quei legami ossessivi e inibenti la propria crescita personale, sia ad una visione della vita più centrata sui propri bisogni che s’inizia a comprendere realizzabili anche senza l’aiuto altrui.
I transiti di congiunzione di Saturno ai pianeti personali rendono l’esperienza della solitudine ancor più pressante, fanno sentire forte la sensazione di non connessione col mondo esterno e con gli altri, ma allo stesso tempo sembrano voler irretire la nostra Anima in comportamenti a-sociali, lontani da ogni sorta di relazione, tanto che si può arrivare anche a vivere un abbandono o a causarlo, ad allontanarsi da amici e conoscenze che fino a poco prima sembravano essere la struttura relazionale della propria vita, così come si può vivere l’esperienza dell’esclusione, ovvero il sentimento di non essere considerati, magari dimenticati, o non presi in considerazione, da parte di chi riveste per noi importanza e a cui per una ragione o per l’altra ci siano affidati.
E’ un toccare con mano in alcune situazioni il vuoto relazionale, vivere la sindrome della Piccola Fiammiferaia, di ritrovarsi ai margini del mondo esperenziale rappresentato dal pianeta con cui Saturno va a congiungersi. Tutto ciò può essere però molto importante perché da questa posizione d’isolamento, d’esclusione si può vedere quali sono le trame destiniche che muovono la nostra vita e la determinano. Conoscerle significa liberarci dal fardello del libero arbitrio, di quella finta libertà osannata a parole ma quasi sempre impossibile realizzare nei fatti. Naturalmente non significa affatto deresponsabilizzarsi, tutt’altro, anche perché Saturno non permetterebbe mai una reazione psicologica del genere, ma comprendere e affidarsi alla propria matrice destinica, imparando ad apprezzarla e seguirla e realizzare così quello che è il proprio percorso evolutivo, che altro non può essere che la realizzazione del proprio Sé. E’ in questa situazione che c’è un vero e proprio atto di scelta, di libertà: essere protagonisti della propria vita o viverla da spettatori. E’ quello che si può definire un momento cruciale, che tra l’altro si ripresenta anche con l’opposizione di Urano a se stesso intorno ai 42 anni, lo spartiacque tra un’esistenza in balia del caso ed una in cui individuata la propria matrice destinica si procede per un sentiero che porta a renderci persone centrate e capaci di seguire un percorso che è in armonia col nostro destino, col vero scopo dell’attuale esistenza.
Come scrive Susanna Mati:
“Eppure per ognuno è esistito il momento cruciale. E’ proprio in questo momento di riconoscimento (in una visione che si vorrebbe non vedere) che si creano le maggiori traversie, drammi, peripezie; è dove vi sono scelta, difficoltà, esitazione, ricerca, perfino disperazione, è proprio là che si mostra la chance di essere liberi. Questo è l’attimo destinante, incrocio sofferente di libertà e fato”. (3)
In questa descrizione proveniente dall’ambito del mito e della filosofia possiamo trovare nella sua profondità psicologica l’esperienza dei transiti di Saturno, e in particolare delle sue congiunzioni ai luminari.
Chirone invece lo possiamo percepire come la funzione lenitiva ai problemi psicologici, ovvero è il corpo celeste che ci dà la possibilità di trovare da noi la cura alla ferita di cui siamo portatori. Se Saturno la apre e ci sparge del sale su, Chirone ne trova la cura, fa in modo di mettere in contatto con la sofferenza che essa provoca e, forti dell’esperienza e della capacità conoscitiva di Saturno, riusciamo a venirne fuori, proprio attraverso la comprensione e la consapevolezza che è inutile piangere sul passato, su ciò che è stato, ma attraverso quello che è il leit-motiv di Chirone, ovvero learning by doing, apprendere facendo, troviamo il modo di rendere la ferita primaria di cui siamo portatori un qualcosa dal quale partire e costruire ciò che renderà la nostra vita unica e in armonia con il nostro percorso evolutivo.
La ferita primaria, se non percepita, compresa e vissuta nella sua interezza, ma soprattutto se negata e rimossa può essere causa di alcune problematiche che possono rovinare un’intera esistenza.
Come affermano Firman e Gila:
“Possiamo percepire questa ferita come un senso d’inquietudine o una sorta di destino che incombe su tutto ciò che facciamo; o come un senso d’estraneità, di falsità e assenza di significato; o forse come una paura d’intimità e di fiducia nelle relazioni. Anche se possiamo solo in modo vago percepire questa ferita nascosta, forse durante una notte insonne, o in un momento di depressione o di crisi personale, il suo spettro ci perseguita costantemente. Per sottrarci alla ferita, ci tuffiamo disperatamente in ogni sorta di dipendenza – dal sesso, dagli affetti e dalla droga alla ricchezza, al potere e alla violenza – costruendoci esistenze non autentiche che, in fondo al cuore, sappiamo destinate a sgretolarsi”. (4)
Ecco descritta appieno la dinamica psicologica che Chirone apporta nel nostro tema natale e naturalmente se sostenuta da aspetti dissonanti con i luminari e più in generale con quelli personali, è probabile che ci possano essere comportamenti e atteggiamenti davvero incomprensibili da altri aspetti della carta, e non di rado può spingere, in casi estremi, anche al suicidio o comunque alla completa distruzione della propria esistenza.
I momenti di riscatto, quelli in cui è possibile poterne venire fuori attraverso un duro lavoro e un atto di forza notevole, sono dati dal transiti di Chirone in aspetto armonico, e dalla congiunzioni in particolare, ai pianeti personali. In genere si ha l’occasione di vivere, o incontrare qualcuno che ci fa fare un esperienza curativa, e non è detto che debba necessariamente essere un terapeuta, perché ciò che il transito porta realmente è il contatto con il proprio maestro interiore, con quella parte della nostra psiche capace di realizzare guarigioni sorprendenti e porti di conseguenza in una dimensione psico-spirituale completamente nuova, aperta al nuovo e alla possibilità di sperimentare liberamente ciò che il destino ha in serbo per noi.
La vera differenza tra un uomo libero dalla sua ferita primaria e uno che non lo è, sta nell’essere capaci e consapevoli d’essere portatori di una diversità, e piuttosto che sopprimerla, rimuoverla, nasconderla, tradirla, travestirla, la si fa parlare, le si dà luce, le si permette di esprimersi, tanto da diventare una guida, un faro verso una vita libera e consapevole di ciò che si è, percependo i propri limiti, ma anche le notevoli potenzialità che sono presenti in ognuno di noi.
I transiti di Chirone hanno proprio questa funzione sciamanica di guarigione, ovvero aiutano a contattare la nostra Anima ancor prima che la psiche, ripristinando quell’armonia anima-mente-corpo che da Cartesio in poi la cultura occidentale ha perso.
Naturalmente i periodi più importanti in chiave psico-spirituale della nostra vita sono quando vi è una sinergia tra i transiti di Saturno e quelli di Chirone, e in particolare durante un transito di Saturno dissonante ai pianeti personali e uno di Chirone in aspetto armonico sempre ai propri pianeti personali e in particolare ai luminari. In tal modo si ha la possibilità di contattare con forza e dolore il problema caratterizzante la nostra esistenza, quella che abbiamo chiamato ferita primaria, e di trovarne poi le modalità interiori, con un aiuto non sempre esterno, per cauterizzarla definitivamente, senza rimuoverla o dimenticarla, ma non permettendole più di condizionare la nostra vita in negativo, ma anzi traendone il positivo che essa comporta. Solo chi ha potuto vedere e lasciarsi contaminare dall’Ombra, può poi apprezzare e godere della luce che è data solo dalla liberta di poter essere profondamente se stessi.
La vera differenza tra i transiti di Saturno e quelli di Chirone, soprattutto nella loro matrice problematica (in concomitanza delle quadrature e delle opposizioni), sta nel fatto che il primo porta a sperimentare la depressione, il secondo la disperazione, e come afferma sempre la Mati:
“Ora, la disperazione è molto meglio della depressione, come sa ogni sciagurato. Se si cade in quest’ultima regione disarmante (stato colpevole quanto mai), è per non aver sollecitato abbastanza i demoni, o per esser stati incapaci di stuzzicare ancor più le Furie; in senso individuale, depressione-dysmoron significa non aver smosso a sufficienza le luminosità destinali, e nemmeno averle potentemente incarnate; significa insomma non aver avuto il coraggio di volere il proprio destino maggiormente funesto”. (5)
Ecco diventa allora importante poter riflettere sul perché Saturno può irrigidirci nel nostro destino, impedendo attraverso la depressione una visione creativa del momento che si sta affrontando, mentre Chirone attraverso la disperazione ci porta ad agire, a farci avvolgere dal nostro destino, a sposare la Moira e ad assecondarla in modo a volte estremo, ma sicuramente maggiormente in linea con il proprio modo di essere.
Concludo con una citazione di Jung che può aiutare a riflettere, ma soprattutto a farci comprendere che il lato oscuro di ognuno di noi, e quindi anche il destino, se riconosciuto, è come un ologramma che dà forza e potenza al nostro essere uomini, rendendoci semplicemente ciò che siamo, creature libere di poter vivere in perfetta armonia con il mondo che ci circonda.
“La “figura viva” ha bisogno di profonde ombre, per apparire plastica. Senza le ombre, rimane un’immagine fallace e piatta, oppure un bambino più o meno ben educato”. (6)

Note
1) D. Rudhyar – L’astrologia centrata sulla persona – Astrolabio, Roma, 1989, pag. 103
2) J. Shinoba Bolen – Il Tao della psicologia, Ed. Mediterranee, Roma, 2010, pag. 37)
3) S. Mati – La mela d’oro. Mito e destino – Ed. Moretti & Vitali, Bergamo, 2009, pag. 42
4) J. Firman e Ann Gila – La ferita primaria – L’Uomo Edizioni, Firenze, 2009, pag. 13
5) S. Mati, ibidem, pag. 47
6) C.G. Jung – Due testi di psicologia analitica. Opere vol. VII – Bollati-Boringhieri, Torino, 1978, pag. 30


Bibliografia
E. Collot & B. Hell - Soigner les ames - Dunod, Paris, 2011
P. Crimaldi - Chirone. Un viaggio dal passato al futuro - Ed. C. Capone, Torino, 2011
J. Firman – A. Gila - La ferita primaria - L’Uomo Edizioni, Firenze, 2009
L. Greene - Saturno - Ed Armenia, Milano, 1987
S. Mati - La mela d’oro. Mito e destino - Ed. Moretti & Vitali, Bergamo, 2009
M. Reinhart - Chiron and the healing journey - Arkana, London, 1989
D. Rudhyar - L’astrologia centrata sulla persona - Astrolabio, Roma, 1989
H. Sasportas - Le dodici case - Ed. Mediterranee, Roma, 2006
J. Shinoba Bolen - Iniziazione al Tao della psicologia - Ed. Mediterranee, Roma, 2010
C. Widmann - Sul destino - Ed. Magi, Roma, 2006


Paolo Crimaldi, Cancro ascendente Pesci e Luna in Scorpione, è laureato in Filosofia e specializzato in Psicologia umanistico-esistenziale e in Psicosintesi. Ha studiato per lungo tempo con Alfonso M. Di Nola, seguendone soprattutto l’interesse per etnopsichiatria e la storia delle religioni.
Il suo approccio all’astrologia è di tipo karmico-psicologico, cosa che ha potuto sviluppare attraverso numerosi soggiorni in oriente e attraverso il percorso di discipline come la teosofia, la filosofia perenne, la terapia karmica.
Ha scritto diversi libri sia in ambito astrologico, tra cui Chirone: un viaggio dal passato al futuro (edizioni C. Capone) e Iniziazione all’astrologia karmica (edizioni Mediterranee), che in ambito psicologico, il cui ultimo lavoro è stato Iniziazione agli amori destinici (edizioni Mediterranee), e collabora mensilmente al sito online di astrologiainlinea e con diverse riviste specializzate.
Vive a Roma, dove insegna filosofia in un liceo.