ENERGIE ELEMENTALI IN ASTROLOGIA ESPERIENZIALE: TEORIA E PRATICA
di Nunzia Coppola Meskalila



L’Astrologia aiuta l’essere umano a comprendere il proprio progetto di vita, attraverso il contatto con il potenziale creativo di cui dispone. L’Astrologia karmica, tra gli altri obiettivi, incoraggia la consapevolezza e la gestione equilibrata degli Elementi, considerandoli forze interagenti tra gli esseri viventi, la natura e l’universo. È possibile, attraverso una corretta lettura degli Elementi del TN, individuare le qualità deboli e i punti di forza su cui la persona può lavorare per crescere ed evolvere. Si tratta di un tipo di astrologia con forti attinenze spirituali, ma può essere applicabile anche in ambiente laico o completamente ateo. In occidente o con persone non, particolarmente, interessate alla spiritualità, una volta eliminata la parte rituale, questo percorso permette sessioni d’Astrologia esperienziale ed anche incontri di Counselling, basati sulla consapevolezza degli Elementi e sulle esperienze che ne derivano o ne conseguono.

LE ENERGIE ELEMENTALI

Comprendere la struttura degli Elementi, secondo l’evoluzione cosmica, implica un modo di pensare olistico, capace di focalizzare le sfaccettature multidimensionali, le interconnessioni e le interdipendenze tra ogni singolo Elemento e i rimanenti quattro, così come tra gli Elementi e l’universo. Secondo il pensiero olistico, il tutto non è riducibile alla somma delle singole parti. In altre parole, la configurazione o insieme possiede un valore di maggiore completezza e coerenza, rispetto alla somma delle componenti. L’Artha prapancha (differenziazione della materia), è l’esempio pregnante del principio olistico inerente alla teoria della creazione: gli universi nascono e muoiono in continuazione, attraversando varie dimensioni d’esistenza. Essi sono come un sogno in cui l’Infinito gioca ad apparire finito e mortale, attraverso la trasformazione, la frammentazione e il movimento delle parti. Ogni universo è una proiezione dell’Energia divina. A questo punto, per meglio comprendere la natura degli Elementi, è necessario approfondire l’evoluzione cosmica, attraverso i 36 Tatva, ossia i principi evolutivi della differenziazione nel processo creativo. La manifestazione delle parti avviene in parallelo con Sabda Prapancha, l’evoluzione dei suoni, attraverso la coppia primordiale Nāda e Bindu. L’essere umano anche si è sostanziato attraverso i Tatva, gli stessi principi che hanno permesso la creazione e l’evoluzione degli universi.

ARTHA PRAPANCHA E I 36 TATVA

Artha prapancha è il processo d’evoluzione cosmica, dall’Unità primordiale al mondo terreno, attraverso sequenze che diventano quintuplici, da Māyā in poi, come si vedrà, nella trattazione dei 36 principi cosmici. Tatva significa verità, principio, categoria. Per il Tantra essi sono 36 ed hanno origine dall’Energia primordiale, detta Samvid o Paramabindu. Il Principio originale da alcuni è designato come Parabrahman o Paramashiva o Paramashakti o Mahavishnu, secondo il Nome che ogni scuola attribuisce all’Unità primordiale.

All’origine, vi è Samvid, che trascende i trentasei principi e nello stesso tempo, li permea tutti. Samvid, naturalmente, non è un Tattva e resta immutabile, anche dopo la manifestazione delle parti.

La Creazione ha inizio, quando Samvid emette Nādā, il suono esplosivo che rende possibile la formazione delle parti. Dal suono primordiale sono scaturiti i vari livelli d’esistenza, via via meno sottili e sempre più corporei, sino al momento in cui l’Energia si è espressa come materia, suddividendosi in ulteriori parti. In questo processo di manifestazione, ogni frammento resta sempre una parte attiva dell’insieme da cui nasce. Le fasi precedenti ad ogni successiva frammentazione non si perdono, ma restano insite nell’intero sviluppo evolutivo. Ed è proprio in questa unità, il cui insieme è superiore alla somma dei frammenti, che meglio si esprime il pensiero olistico.

L’esplosione sonora ha prodotto la prima emanazione dei Tatva, a partire da Shiva-Shakti, la coppia inscindibile che costituisce la tappa iniziale del processo cosmologico; l’uno e il due. In questo stadio, Shiva e Shakti, privi di forma e in qualità di pura essenza, si manifestano come principi cosmici e nonostante non siano una sola essenza (come lo erano in Samvid), restano uniti, complementari e inseparabili. Questa è la ragione per cui a livello terreno, nel mondo creato, ogni essere vivente cerca l'altro/a a cui unirsi, nella ricerca della perduta unità.

Dalla coppia Shiva-Shakti emerge il triangolo delle successive Energie creative: Icchā (Energia di Volontà), Jñana (Energia di Conoscenza) e Kriyā (Energia d’Azione). Fino a questo stadio, la manifestazione è ancora nella fase di Conoscenza pura e priva di forme. Si giunge alle forme vere e proprie con Māyā Tattva, l’Energia di transizione che permette il passaggio agli stadi terreni. In questa fase creativa, infatti, Māyā è una proiezione, una rappresentazione meno sottile del principio unitario da cui tutto deriva. È lo stadio in cui avviene il passaggio verso la creazione degli universi. Dopo Māyā, avviene l’evoluzione quintuplice, di cui fanno parte anche gli Elementi, come vedremo.

Māyā rende possibile la vera e propria creazione delle parti, attraverso le qualità limitanti insite nei cinque principi successivi: i 5 tatva, detti kanchuka (guaine, corazze), ossia i principi limitanti per rapporto allo spazio (Kāla), al tempo (Kala), al desiderio (Rāga), alla conoscenza (Vidyā e all’azione (Niyati). Negli ultimi tre kanchuka vediamo una riproduzione più limitata dei principi Icchā, Jñana e Kriyā.

La successiva frammentazione permette un’indistinta bozza dell’individualità futura, attraverso la proiezione di Shiva e Shakti nelle forme limitate di Prakriti e Purusha. Nello stesso tempo, si manifesta l’antahkarana, ossia l’organo mentale costituito dai tre tatva mahat (mente universale), buddhi (intelletto), e ahamkara (ego). Da questo punto, prendono consistenza i Tanmatra, ossia gli elementi sottili nella loro natura essenziale: suono, tatto, forma, sapore, odore. A loro volta, essi si solidificano nei cinque tatva, detti Mahabhuta, ossia gli Elementi grossi (Etere, Aria, Fuoco, Acqua, Terra). A questo stadio della creazione, si manifestano i Jñanendrya (organi di conoscenza) e i Karmendrya (organi d’azione). Da quest’ultimo stadio evolutivo della frammentazione, nasce l’individuo (Jiva).

Alla fine d’ogni ciclo cosmico, una nuova esplosione sonora riporta gli universi ad uno stadio indifferenziato. Dopo una pausa, si ritorna allo stato unitario, per poi far ritorno alla differenziazione, e così via, all’infinito.

Nel corso della differenziazione, l’Energia primordiale, Samvid, non diminuisce, non si corrompe, né perde le parti che ha proiettato nella creazione; questa è la ragione per cui, grazie all'illuminazione, i saggi riescono a trovarle l’Energia primaria in ogni frammento del creato e naturalmente, in ogni singolo tattva. Molto importante è comprendere che, nonostante la frammentazione, anche Shiva e Shakti sono immanenti nell’insieme degli universi creati, sono presenti in ogni singola parte degli universi e vibrano, attraverso il potere dei suoni. Parallelamente all’evoluzione dei tatva, infatti, la creazione avviene attraverso il potere primordiale del Suono cosmico che si manifesta nelle successive frammentazioni, attraverso suoni che partendo dall’inaudibile al sottile, arrivano alla formazione dei suoni udibili e articolati, proprio come avviene con la successione dei tatva. I mantra sono uno strumento eccelso per meditare sul processo cosmico, proprio perché rappresentano l’essenza sonora dell’Energia universale.

Durante la meditazione, di solito, si segue l’ordine del principio di riassorbimento, per ritornare all’Unità iniziale. Si può anche partire da Samvid e seguire le fasi dell’evoluzione. Lo schema che segue rappresenta e sintetizza l’intera fase dell’evoluzione cosmica, attraverso il processo dei 36 tatva, secondo il principio di differenziazione e di riassorbimento.

IL PROCESSO DI PANCHIKARANA

La descrizione precedente è una sintesi delle fasi evolutive d’Artha prapancha; in realtà, ogni fase dell’evoluzione descritta, sottende ulteriori sottofasi. Mi sembra necessario, a questo punto, accennare alla sottofase del panchikarana, ossia il processo in cui le energie elementali si manifestano.

I 36 Tatva si manifestano attraverso i tre Guna, le tre qualità interattive presenti in ogni forma vivente:

- Sattva-essenza
- Rajas–energia
- Tamas-inerzia.

Nel corso d’ogni ciclo cosmico, le tre qualità si dissociano, partecipando al processo di manifestazione dell’evoluzione cosmica e attivando la loro influenza, in proporzioni diverse. La differenziazione dei tre Guna gioca un ruolo importante nei vari aspetti della natura creata e nell'inclinazione innata d’ogni cosa e d’ogni essere vivente. Gli Elementi sottili (tanmatra) sono manifestabili, attraverso le loro qualità intrinseche, dipendenti dalle varie combinazioni dei Guna. I tanmatra assumono una forma chiara e definita, quando si differenziano e diventano percepibili, attraverso i cinque sensi (a loro volta permeati dalle varie combinazioni dei tre guna). L’universo, i corpi celesti, il mondo, e gli esseri viventi sono pervasi da questi Elementi. Ricordiamo che sul piano microcosmico, alla base della creazione del mondo materiale e fisico, da Māyā emergono le cinque corazze limitanti (Kanchuka) che, a loro volta, rendono possibile l’emanazione di due principi fondamentali e interagenti: Prakriti, l’energia e Purusha, la coscienza. La differenziazione dei due principi produce Mahat che si frammenta, a sua volta, manifestandosi sotto forma di Buddhi ed Ahamkara, come abbiamo già visto. Nel corso dell’evoluzione cosmica, esattamente da questa fase, ha inizio la sottofase del Panchikarana, con i cinque Elementi sottili che danno origine agli Elementi grossi. Si tratta di un processo alchemico che rende possibile la materializzazione degli elementi, secondo questa sequenza:

La sostanza d’ogni elemento sottile si scinde in due parti.
1. La prima metà dell’elemento resta intatta e inalterata.
2. La seconda metà d’ogni elemento si suddivide in altre quattro parti uguali (1/2:4 = 1/8).
3. La metà intatta d’ogni elemento si unisce ad un ottavo d’ogni elemento rimanente ed il processo di Panchikarana è completo, cioè si forma l'elemento grosso.

Ogni elemento contiene, quindi, il 50% del suo stesso elemento sottile e un ottavo di ognuno degli altri elementi, come possiamo vedere nella seguente tabella:

PORZIONI DEGLI ELEMENTI SOTTILI

ELEMENTI GROSSi

BHUTA

1/2

ETERE +

SUONO

1/8

Aria +

1/8

Fuoco +

1/8

Acqua +

1/8

Terra  =

ETERE

UDITO

1/2

ARIA +

CONTATTO

1/8

Etere +

1/8

Fuoco +

1/8

Acqua +

1/8

Terra =

ARIA

TATTO

1/2

FUOCO +

FORMA

1/8

Etere +

1/8

Aria +

1/8

Acqua +

1/8

Terra =

FUOCO

VISTA

1/2

ACQUA +

SAPORE

1/8

Etere +

1/8

Aria +

1/8

Fuoco +

1/8

Terra =

ACQUA

GUSTO

1/2

TERRA +

ODORE

1/8

Etere +

1/8

Aria +

1/8

Fuoco +

1/8

Acqua =

TERRA

OLFATTO

Gli elementi grossi sono associati ai sensi, agli organi di conoscenza (Jñanindriya) e agli organi d’azione (Karmindriya). A livello individuale, nell’essere umano, l’insieme degli Elementi e degli organi agisce su due carateristiche polari.

ELEMENTI GROSSI

BHUTA

ORGANI DI CONOSCENZA

JÑANINDRIYA

 

ORGANI D'AZIONE

KARMINDRIYA

POLARITÀ

ETERE

UDITO

ORECCHIE

BOCCA

TRASCENDENZA-IMMANENZA

ARIA

TATTO

PELLE

MANI

UNIONE-SEPARAZIONE

FUOCO

VISTA

OCCHI

ANO

ESPANSIONE-CONTRAZIONE

ACQUA

GUSTO

LINGUA

GENITALI

PIACERE -DOLORE

TERRA

OLFATTO

NASO

PIEDI

CONSISTENZA- EVANESCENZA

ELEMENTI IN ASTROLOGIA KARMICA

Il cielo natale indica, distintamente, la situazione elementale che caratterizza un individuo alla nascita. Gli Elementi di un TN, attraverso la loro forza, neutralità e debolezza, indicano le possibili strade da seguire in accordo con le necessità umane. Ogni TN è vissuto in maniera sensoriale-elementale ed anche sinestesica, quando un determinato senso implica l’interazione con gli altri, in un gioco d'intrecci e connessioni contemporanee. Le variazioni dinamiche (transiti, progressioni, direzioni, ritorni, ecc.) indicano tutti i possibili cambiamenti in itinere, attraverso il miscelamento degli elementi. Ogni persona può integrare gli elementi, conoscendoli in modo attivo, attraverso la meditazione, le qualità inerenti a ciascun senso corrispondente, la connessione sinestesica e la loro possibile armonia.

Lo scopo principale della meditazione sugli Elementi, attraverso il proprio Tema natale o le carte dinamiche, mira a promuovere i quattro principali obbiettivi della vita:

- Dharma: Il principio morale. La legge naturale che porta all’equilibrio individuale, sociale e universale. Indica anche la realizzazione del nostro compito sulla terra.
- Artha: Il principio economico. Il benessere ricercato in ogni sua forma e anche attraverso gli oggetti terreni.
- Kāma: Il principio vitale. L’appagamento dei desideri che, non necessariamente si oppone a Dharma e Moksha.
- Moksha: Il principio spirituale che mantiene il creato in armonia, attraverso l’integrazione delle parti. La salvezza, attraverso la liberazione e la consapevolezza.

In Artha e Kama, i Cinque Elementi sono fortemente percepibili, perché il mondo è distintamente formato dagli stessi in una varietà infinita di combinazioni, oltremodo percepibili nella loro espressione sensoriale.

La meditazione sugli Elementi è una delle numerose attività d’Astrologia esperienziale, basata su di un lavoro profondo e sistematico, abbinabile anche al contatto con i pianeti e i mantra corrispondenti. Un altro tipo d’esperienza attiva sugli Elementi è la visualizzazione dei simboli grafici corrispondenti con relativa meditazione visiva:

- Il quadrato per la Terra.
- Il cerchio per l’Acqua.
- Il triangolo rosso per il Fuoco.
- La falce di luna per l’Aria.
- La falce di luna gemmata per l'etere.

Vi è poi la meditazione corporea (Niyasa), attraverso il movimento delle dita che rappresentano e contengono in maniera condensata, l’essenza degli Elementi.

- TERRA: anulare
- ACQUA: mignolo
- FUOCO: pollice.
- ARIA: indice.
- ETERE: medio.

Il contatto delle singole dita con varie parti del corpo permette un’esperienza diretta con l’elemento evocato, da approfondire in tutte le sue manifestazioni nel TN o nelle carte dinamiche. Il passaggio da un dito all’altro, secondo l’ordine elementale diretto o inverso, rende possibile una Mudrã, ossia una gestualità simbolica, di potente valore interiore.

ELEMENTI IN ASTROLOGIA ESPERIENZIALE

Il metodo esperienziale che pratico è frutto di un lungo processo d’integrazione tra le radici d'oriente e i rami d'occidente.

Nel processo di formazione, attuato attraverso la meditazione attiva sugli Elementi, allorché si rende necessario agire su di un elemento carente del Tn o di una carta dinamica, bisogna attivare una connessione con la sua parte sottile. Quando l’elemento è, invece, in eccesso, si cerca di temperarlo attraverso il suo complementare. (ACQUA/TERRA, ARIA/FUOCO). Nei casi in cui ciò non sia possibile, si ricorre all’Etere che, a differenza degli altri Elementi, non entra nel gioco polare degli equilibri-squilibri, e perciò, resta attivo.Infatti, lo spazio separa e unisce un oggetto o un corpo dall’altro, sia internamente che esternamente. L’etere-spazio è presente anche sotto forma di suono, di ritmo e di vibrazione. Il silenzio offre la possibilità di ascoltare il suono dell’Etere. Per lavorare con gli Elementi, attraverso l’Etere è necessario Antar Mauna, ossia un profondo silenzio interiore. In una prima fase, questo è possibile, attraverso l’ascolto dei suoni che devono restare liberi dall’interpretazione. In altre parole, se ascolto un suono o un rumore, m’immergo in esso, senza individuarlo come suono di una campana, di una macchina, di una voce o quanto altro. Una volta stabilito questo tipo di silenzio, è possibile procedere alla meditazione sui mantra. Ogni elemento è associato ad uno specifico mantra.

Attraverso questo tipo di consulenza, astrologo e nativo si dedicano insieme alla raccolta dei fattori legati alla qualità degli Elementi. I sensi implicati in ogni singolo elemento costituiscono la parte pregnante della ricercazione.

In un incontro caratterizzato da pratiche di astrologia esperienziale, di solito, invece di iniziare dal TN in sé, si parte dalla storia che la persona stessa riporta o che emerge nel "qui ed ora" dell'incontro. In altre occasioni, si può partire, direttamente, da un pianeta e poi lasciare che affiori l’immagine, la sensazione o il ricordo di un evento vitale. Il passo successivo in entrambe le situazioni è cercare insieme con il nativo, gli Elementi che emergono per eccesso, per difetto o per equilibrio dal Tn o nella carta dinamica, così da analizzarne la qualità, attraverso gli accadimenti personali.

L'importante è saper cogliere ciò che emerge, senza prefissare interventi prestabiliti e rigide strategie programmate in anticipo. Una volta completata la fase d’emersione, si prosegue alla conoscenza dell'elemento in sé e dentro di sé. Infine, si passa alle eventuali interpretazioni dei fattori astrologici natali o dinamici. Questa esperienza può avvenire anche in incontri di gruppo.

L’ESPERIENZA
Chi decide di utilizzare la pratica qui descritta a favore di terze persone, attraverso attività individuali, di coppia o di gruppo, deve segnalare, apertamente il nome dell'autrice e/o il link indirizzato alla pagina (questa) da cui è stata estratta. La condizione èda applicare, a prescindere che si utilizzi la pratica n sintesi, in parte o per intero. Grazie

Questa è la descrizione sintetica di un incontro esperienziale di gruppo con una pratica chiamata: BHUTASHUDDHI, ossia purificazione degli elementi interiori. Le persone coinvolte nella pratica devono conoscere bene gli intrecci del proprio Tema natale, presumendo che lo abbiano già approfondito in incontri individuali, precedenti all’esperienza. Molto importante, nel corso dell’esperienza, è ricordare che tutti i componenti del gruppo sono ospiti di uno stesso spazio e che in quel momento, stanno anche condividendo la stessa aria. Si trovano, come in un TN collettivo, ossia in un tema di gruppo, dove individualità e condivisione si alternano, secondo le evenienze in itinere.

1. Scegli l’elemento che più t’ispira, immergiti nella sua essenza e poi abbandonalo.
2. Segue la meditazione su tutti gli Elementi e la loro trasformazione, attraverso l’assorbimento dell’uno nell’altro.
3. Scegli un pianeta.
4. Medita sul pianeta prescelto in tutta la sua essenza.
5. Medita sulla trasformazione del tuo pianeta, attraversa il segno che lo ospita.
6. Medita sul modo in cui il pianeta trasformato può agire, secondo la casa che lo ospita.
7. Medita sull’Elemento che caratterizza questa Casa.
8. Cerca la forza di questo elemento nell’insieme del tuo TN.
9. Ora puoi decidere se stabilizzare, temperare o intensificare questo elemento.
10. In questa fase, l’energia del gruppo con la decisione d’ogni singolo, per rapporto al suo elemento prescelto, sarà lo sfondo per attivare l’esperienza vera e propria.
11. Fase di preparazione e attivazione.
12. Esperienza centrale.

La parte centrale di quest’esperienza è la più importante, ma anche la più riservata, mutabile e inattesa. Essa dipende dalle circostanze, dalle persone, dalla stagione e dalle emozioni del momento, perciò non può essere descritta in questo contesto.