IL PROFUMO DEL CIELO

di Rosanna Bianchini

Permettetemi di usare il linguaggio della fiaba.

C’era una volta un re, un re a capo di un regno prospero e in pace; un re con una bellissima regina che amava teneramente e due figlioli, un maschio e una femmina, che erano belli e buoni; il re aveva tutto, eppure in fondo al suo cuore c’era sempre un velo di tristezza che nessuno giullare, nessun amico, e neppure l’amore appassionato della moglie riuscivano a fargli dimenticare ed il suo sguardo spento si posava su terre fertili, su giardini lussureggianti e profumati di fiori belli e rari, sui colori dell’alba e del tramonto e non riusciva e gioire di queste cose.

Il medico di corte gli prescriveva diete e passeggiate a cavallo, tisane e anche salassi, ma niente riusciva a far gioire il sovrano che con l’andare del tempo si rinchiudeva sempre più in se stesso e si sentiva triste ed infelice. Una notte questo re fece un sogno, sognò di essere in un giardino molto particolare, un luogo incolto eppure bellissimo, con piante strane e rare, un luogo che metteva paura, ma anche che affascinava e attirava; inoltrandosi sempre più nel fitto del giardino che a tratti diventava scuro tanta era lussureggiante la vegetazione, cominciò a percepire un profumo particolare, un profumo che non aveva mai sentito prima in vita sua e seguendo la scia del profumo arrivò ad una costruzione bassa in pietra, con il tetto di legno e paglia; il profumo arrivava da lì ed il re un po’ impaurito bussò alla porta che si aprì sotto il suo tocco; all’interno vide una donna molto bella anche se l’età aveva spento il fulgore della giovinezza e le sue forme erano pesanti; il suo abito, una lunga tonaca legata in vita, era del colore del cielo, esattamente come i suoi occhi e fra i capelli neri con fili d’argento aveva intrecciati bianchi fiori. La donna stava facendo bollire erbe, distillando con alambicchi essenze e non sembrò sorpresa per la presenza del re, anzi, sorridendo prese una boccetta da un ripiano e glielo porse; il re l’aprì ed il profumo che si spanse nell’aria curò la tristezza della sua anima e per la prima volta si sentì in pace con se stesso e appagato per i doni che la vita gli aveva abbondantemente dato; felice si svegliò. Stava albeggiando e con il sorriso sulle labbra guardò il sole sorgere e per lui era come vederlo per la prima volta; davanti a quella nuova giornata che iniziava capì che stava iniziando anche la sua nuova vita, una vita in cui il profumo portava gioia e serenità era un talismano per la felicità; contattò i mercanti che venivano da paesi lontani, si fece portare profumi rari, ma usò anche i profumi della sua terra, bruciò erbe e legni odorosi per le strade del suo paese ed anche i suoi sudditi poterono godere di questa aria nuova che spirava ed assieme al profumo salì al cielo il suo grazie alla vita ed alla signora che le aveva indicato la via per dare un senso a quello che stava facendo, un grazie alla sua anima.

Ho usato il linguaggio della fiaba per introdurvi il concetto che il profumo è un ponte fra la nostra parte razionale e la nostra anima, tra le mente ed il cuore; è un’esperienza che ci porta in contatto diretto con i nostri dei interiori e, fin dall’antichità, il fumo che saliva al cielo permetteva all’uomo di parlare con la divinità. La parola sacrificio, e l’offerta sacrificale veniva bruciata, ha come etimo sacrum facere, fare sacra una cosa e attraverso il profumo contattiamo la parte più profonda di noi stessi e possiamo far affiorare le sue potenzialità, curare i disequilibri dell’anima; percepire la parte scura di essa, la parte che non vogliamo vedere ma che proprio per questo ci blocca a livello energetico e ci porta coattivamente a ripetere esperienza distruttive.

Anatomicamente il profumo, attraverso i recettori olfattivi che sono posti alla base del naso, entra in diretto contatto con il cervello arcaico, il cervello limbico, salta la neocorteccia e porta una reazione immediata e sull’onda di un profumo può arrivare un ricordo particolare, un’emozione che erano sepolti da un tempo molto lontano. Per usare un linguaggio moderno l’essenza fa parte dei rimedi vibrazionali, cioè dei rimedi che agiscono sull’energia sottile del corpo, sull’aura che lo circonda; le tradizioni magiche e spirituali ci tramandano la fisiologia sottile dell’individuo, i corpi energetici che circondano il corpo fisico: sette secondo la tradizione, esattamente come i pianeti conosciuti nell’antichità, ma è ugualmente vero che il nostro corpo fisico ed i corpi energetici che lo circondano sono in contatto con l’energia celeste dell’universo attraverso sette centri di energia che escono dalla sommità del capo verso l’alto ed in contatto con l’energia tellurica di madre terra attraverso altri sette centri di energia che escono dalla zona perineale verso il basso. Il profumo che è un distillato di fiori, radici, foglie, legni, è l’anima della pianta; la sua parte sottile vibra con le stesse frequenze dell’universo, quindi anche con quella dei nostri corpi sottili, entra in risonanza con loro, li modifica. Ogni profumo ha una sua frequenza che è in sintonia con un pianeta, con un colore, con un minerale, che vibra con una nostra emozione, con un nostro stato d’animo, con una parte del nostro corpo e usando il profumo possiamo equilibrare quello che è in tensione dentro di noi e noi astrologi abbiamo una lettura preferenziale di eventuali problemi energetici attraverso la carta del cielo: dove pianeti sono disarmonici fra loro, ma anche dove c’è un accumulo di pianeti che può diventare un ingorgo, dove un pianeta è debole; là si può usare la frequenza dell’essenza corrispondente per portare armonia, così come si può usare l’essenza per aiutarci a capire certe esperienza di vita che stiamo facendo, per dirla in termine tecnici per comprendere il significato di determinati transiti.

Permettetemi una citazione; è di Giordano Bruno, tratta da “La magia matematica” Opere magiche ed. Adelphi : “ dai veleni derivano effetti numerosi e mirabili; lo stesso per le esalazioni aromatiche e le fumigazioni; alcune delle quali si adeguano con tanta perfezione alle stelle da permeare in profondità l’aria e lo spirito, disponendolo a recepire le doti celesti diffuse sotto i raggi delle stelle, perché il nostro spirito sia modificato in modo assai profondo da vapori di questo genere”. La tastiera dei profumi è molto ampia: ci sono le note alte, ad esempio quelle degli agrumi che sono le prime ad essere percepite; hanno una vibrazione molto rapida, si percepiscono subito ed agiscono elettivamente a livello spirituale od eterico e possono essere assimilate al Fuoco ed all’Aria come elementi; le note medie sono più persistenti, come esempio si può citare la lavanda, la camomilla ed agiscono sul piano comportamentale e possono essere assimilate al Fuoco ed all’Acqua; le note basse hanno profumi persistenti e in maggioranza provengono da essenze legnose o da radici, sono poco volatili, agiscono sul piano del fisico e possono essere assimilate all’Acqua ed alla Terra. In un profumo normalmente uso tre o massimo quattro essenze avendo cura comunque di trovare equilibrio tra le varie frequenze di vibrazione e sempre in base alle indicazioni dei pianeti nel cielo di nascita; come protocollo consiglio di versare qualche goccia di profumo sul palmo delle mani, sfregarle e poi respirare per qualche minuto attraverso di esse la sera prima di addormentarsi; se poi dà fastidio l’olio del profumo si può mettere qualche goccia su un fazzoletto o su un dischetto di cotone; osservare se cambia qualcosa nei sogni, soprattutto consiglio di scrivere i sogni appena svegli perché portano indicazioni molto preziose; normalmente il loro effetto è immediato; la produzione onirica aumenta specie nella prima settima o cambia rispetto alla norma dei sogni; questi sono le cose più evidenti che possono accadere, ma agendo sulle frequenze del corpo eterico, può succedere di tutto, può succedere anche che la persona prenda decisioni che chiudono situazioni stagnanti, che si aprano situazioni nuove; nessuno potrà mai dire se è stato il profumo o il caso, però l’ho visto succedere spesso; il profumo è vivo: viene fatto su una base di olio spremuto a freddo e biologico ed anche le essenze sono o biologiche o controllate con l’aromatogramma; si può usare anche come profumo sulla pelle, ma bisogna sempre tenere presente che essendo a base oleosa deve essere fatto assorbire e non è consigliabile poi l’esposizione ai raggi del sole; cambia con l’andare del tempo, con il nostro stato d’animo, rilascia piano piano le sue frequenze che non si avvertono tutte immediatamente; il “profumo del cielo” si può anche usare nei diffusori da ambiente, ma sinceramente lo considero un po’ uno spreco; invece è una meraviglia usato nel bagno; si possono sciogliere quattro cinque gocce di profumo in un cucchiaino di miele o di sapone liquido e poi scioglierlo nella vasca piena di acqua calda ed immergersi per almeno venti minuti; è per me una delizia e proprio per il bagno uso sali in cui ho sciolto olii essenziali; come Cancro ho una predilezione e un rapporto elettivo con l’acqua; dal bagno con oli essenziali si esce purificati, si puliscono i corpi sottili, l’aura oltre a quello fisico.

Spero di avere stimolato la vostra curiosità ad ascoltare un senso che nella nostra cultura è negletto e distorto dai tanti odori sintetici e dall’inquinamento; spero che questo incontro vi porti ad usare di più il naso e le sensazioni che da esso ci vengono.