LE COSTELLAZIONI DI MIRÒ
di Lucia Gangheri




Da sempre, la bellezza del cielo ha incuriosito e influenzato gli esseri umani, soprattutto gli artisti che dall’antichità ai nostri giorni, hanno trovato nella volta celeste motivo di grande ispirazione. Attenendomi al tema portante del Convegno 2011, ho scelto di focalizzare la mia attenzione su un movimento artistico tra i più singolari e rivoluzionari del primo Novecento: il Surrealismo, corrente che si sviluppò in Europa tra la fine della prima guerra mondiale e l’inizio della seconda. Questa corrente fu caratterizzata dall’associazione della psicologia e della psicoanalisi all’esperienza grafico-pittorica, come strumento per liberare l’uomo dai condizionamenti e dalle emozioni negative. Jung, Lacan, Chacot, Janet e Freud divennero così fonte d’ispirazione per gli artisti surrealisti. Questo movimento fu fondato da Andrè Breton, poeta e critico letterario, che ne decretò la nascita ufficiale nel primo manifesto surrealista del 1924. Egli descrisse il Surrealismo come un processo automatico, non dettato dalla ragione, ma scaturito dall’inconscio che una volta manifesto, si esprime attraverso immagini, gesti, parole affioranti in maniera istintiva. Breton stesso affermò: “ La ricerca appassionata della libertà è stato l’impulso continuo che ha mosso l’azione surrealista ”e che “ ha voluto essere fin dall’inizio, liberazione integrale della poesia e attraverso essa, della vita.” Breton 1956 pag.127- “ L’ispirazione, per i poeti surrealisti, non è nella realtà quotidiana, logica e razionale, bensì -altrove -, in una dimensione superiore e libera che originariamente apparteneva a tutti ma è stata rimossa o dimenticata e può essere riconquistata solo attraverso l’immaginazione o il sogno: questa dimensione è la surrealtà ” (Il Surrealismo Ed. Giunti - pag10.) Gli artisti del Surrealismo trovarono nelle teorie dell’inconscio, la linfa vitale, attraverso cui la dimensione onirica, gli stati allucinatori, le alterazioni di coscienza e la scrittura automatica diventavano mezzi di espressione libera. Gli artisti incominciarono a ricercare un nuovo modo per rappresentare forme, colori, simboli, segni che parlavano dei loro sogni e delle loro visioni interiori in un linguaggio nuovo e rivoluzionario.




Attraverso queste tecniche liberatorie e non coscienti, i surrealisti facevano parlare quella parte folle e libera di se stessi.
Il più sognatore e “ il più surrealista fra tutti noi ”, come disse lo stesso Andrè Breton, fu il pittore Joan Mirò che entrò in contatto con il movimento intorno al 1924.




La pittura di Mirò è piena di energia, inconfondibile e molto suggestiva: ispira un profondo senso di libertà, attraverso elementi della natura, come gli animali, le stelle, la luna, il sole, e le figure femminili.




Sin da giovane fu affascinato dai colori cangianti del cielo e della terra.




L’interesse per la contemplazione della volta celeste nacque quando, da piccolo osservava le stelle dal grande telescopio del padre appassionato di astronomia. Questa meravigliosa esperienza lasciò nell’animo del pittore un segno che lo portò a produrre il famoso ciclo delle Costellazioni.




Questa serie di dipinti nacque intorno al 1937-38, quando l’autore fu costretto con la famiglia a trasferirsi in un paesino della Normandia, per aver rifiutato il suo appoggio al regime franchista. Qui coinvolto dalla particolare bellezza della luce del cielo stellato, iniziò a volgere lo sguardo verso la volta celeste.
Nella pace dell’animo, incominciò a dipingere le prime Costellazioni. Intorno al 1940, in seguito all’invasione nazista, Mirò fu costretto a lasciar velocemente la Francia per rifugiarsi in Spagna a Palma de Maiorca, dove riuscì a completarle nel 1941 .
L’amore per il cielo e la contemplazione per l’infinito azzurro accesero le sue emozioni: “ ….. Lo spettacolo del cielo mi sopraffà. Sono sopraffatto quando vedo la luna crescente o il sole in un cielo immenso. Nei miei quadri si trovano spesso forme minuscoli in vasti spazi vuoti. Spazi vuoti, orizzonti vuoti, pianure vuote: ogni cosa è stata spogliata fino a che fosse del tutto nuda e questo mi ha sempre procurato una forte impressione….”




Nel buio della notte egli cercò la connessione tra terra e cielo, tra spirito e anima in una dimensione di: purezza, quiete, bellezza e ordine di fronte alla tragicità e allo scempio della guerra e Mirò a tal proposito continua ”..Sentivo un profondo desiderio di evasione e mi richiudevo deliberatamente in me stesso. La notte, la musica e le stelle cominciavano ad avere una parte sempre più importante nei miei quadri…”




Ispirato in questo modo dalla notte stellata del cielo della Normandia e dalla musica di Bach e di Mozart, realizzò la serie delle Costellazioni - 23 piccoli dipinti dai titoli veramente poetici, con fondi cromatici che vanno dalla tonalità del grigio-azzurro, a piccole stesure dai colori rosso, verde, bruno, tranne che in un’opera dove prevale il blu della notte.




Le figure pur essendo trasformate, sono riconoscibili e alquanto reali, come lui stesso afferma “…. Dopo aver lavorato ( ai dipinti ad olio ) intingevo i pennelli nella trementina e li pulivo sui fogli di carta bianca dell’album, senza alcuna intenzione premeditata. La superficie assorbente della carta mi metteva in uno stato d’animo positivo e suscitava la nascita di forme, figure umane, animali, stelle, il cielo, la luna, il sole. Le disegnavo a carboncino con tratti vigorosi …. Avevo dato ai miei dipinti dei titoli molto poetici perché così avevo deciso e perché tutto ciò che mi restava, allora al mondo era la poesia …”.
Mirò fuse la sua pittura con la poesia, ispirandosi ad alcuni brani poetici composti da Breton che furono poi raccolte nel 1959, per conto del gallerista Pierre Matisse, in un vero e proprio libro d’artista a tiratura di circa 350 esemplari dove ogni immagine era accompagnata dalla poesia di Breton .




Osservando questi dipinti, si può notare che l’artista ha fatto emergere dal profondo inconscio figure astrologiche, stelle ed astri stilizzati, tra cui sembrano riconoscibili: i segni del Cancro, Leone, Scorpione, Vergine, Toro.
Per capire bene queste immagini, ho incominciato ad osservarle nel magico silenzio della notte, ascoltando la Serenata Notturna di Mozart, e la Messa in Si minore di Bach. Coinvolta dall’armonia dei suoni e dal susseguirsi di emozioni e di visioni, ho intravisto in tutte quelle forme, sistemi stellari, astri stilizzati ed alcuni segni zodiacali, e così ho incominciato a scrivere liberamente alla maniera surrealista.
Sono nate così queste associazioni:




Cancro:
Grazioso Granchio, tra i pianeti, nel cielo stellato.
In te prospera fecondità e nutrimento.




Leone: Quanti occhietti vispi circondano il volto del Leone.
Cosa vedi bel leone con i tuoi grandi occhi?
Perchè occhi ci guardate?
Occhi, Forme, Stelle.
Sotto il segno del Leone arde il sole luminoso.




Scorpione : Seguo lo Scorpione lungo il sentiero delle stelline,
tra svariate minuscole sfere.
Si susseguono come tanti coralli lungo una linea rosso-nero.
Aspettando la prossima rinascita, lo Scorpione si prepara
nell’ombra.




Vergine: Gioisci Vergine,con i suoi seni nudi e tondi.
Tu Vergine sei la conservazione della vita.
L’ordine delle forme danza intorno a te.




Toro: Toro dalle lunghe corna variopinte,
accedi con forza nella rete dei sentimenti.
Volgi il tuo sguardo verso la luna,placa il tuo spirito.


Poi ho intravisto anche i simboli: dell’Acquario,

del Sole , del Cancro

e poi la Chioma di Berenice

In queste opere ho notato che,l'astro ricorrente è la luna,presentata,ora in forma di falce crescente,ora decrescente,oppure nera. In queste altre immagini vediamo:
una grande falce bianca crescente in campo blu,




qui invece è decrescente




e in questa è nera con la presenza del sole




La luna in queste opere ci dice come il tutto è legato al sogno e all’ispirazione dell’artista, secondo principi d’introspezione e di espressione romantica. In questi dipinti è presente anche la luna nera che mi fa pensare al mito di Lilith, quale principio che porta a confrontarci con il nostro lato in ombra, alla sessualità e all’eros.




Osservando ancora questi dipinti, notiamo in essi segni, forme geometriche triangolari, cerchi piccoli e grandi che ci richiamano forse pianeti, strutture filiformi e lineari attraversate da varie sfere che sembrano ricordarci orbite di pianeti o immaginari sistemi planetari.
Si evince in queste immagini la ciclicità delle sfere, la sinfonia del firmamento con le sue forme, dove l’uomo trova rifugio, dinanzi alla crudeltà della guerra.




L’anima del pittore-poeta ci propone una personalissima interpretazione delle costellazioni in una visionaria volta celeste, con segni zodiacali, geroglifici astrologici, pianeti, orbite svincolate da qualunque canone figurativo che emergendo dall’inconscio del pittore, riecheggiano il ricordo di quando giovinetto, esplorava il cielo notturno attraverso il telescopio del padre e si dedicava alle poesie di Walt Whitman, che parlavano della bellezza del cielo.
Nella sua pittura troviamo il riferimento al mito,a Madre Natura e agli uccelli mitologici.




L’artista catalano con questo ciclo di dipinti, ha voluto esprimere il desiderio di trovare armonia e ordine in un mondo in pieno caos, di dolore e di angoscia per le brutture della guerra.




In questa breve relazione, ho voluto sottolineare l’importanza dell’irrazionalità (come per esempio è considerata l’astrologia) quale facoltà umana che consente all’artista e agl’esseri umani di liberarsi da sistemi mentali precostituiti, per spaziare nelle proprie fantasie e nei sogni. Il sogno è una magica illusione che ci rende un po’ bambini,ci fa sentire liberi e felici. In questa dimensione surreale, Mirò dipinge come un bambino il cielo con le sue variopinte Costellazioni, quale testimonianza di una condizione che porta al pensiero e all’ anima una diversa luce per poter percepire le cose del mondo.




Il Novecento- il sole 24 ore
Il surrealismo di Josè Pierre ed .il Saggiatore
Mirò W.Erben_H.Duchting ed.Taschen
Mirò –I maestri del colore Fratelli fabbri editori
Mirò - I miti del mediterraneo dal catalogo ed. Giunti
Il Surrealismo – Marta Ragozzino ed. Giunti
Iniziazione all’Astrologia me Sogno di Lianella Livaldi Laun Ed.mediterranee
Da internet:
Il cielo stellato di Giulia Facelli LGS Luciano Manara III A 2006-2007
Joan Mirò : Fra ideogrammi celesti e pulviscolo stellare di Valentin Walter da il Corriere della Sera ,pag32 (6 luglio2004)
Ricercare l’assoluto aspettandosi solo le cose – la pittura di Joan Mirò di Loredana
Rea da Universo Mirò