PRINCIPI ED APPLICAZIONI DELL’ASTROLOGIA ESPERIENZIALE
di Nunzia Coppola Meskalila
(da La testa ben fatta di Edgar Morin)
Millenni or sono, l’Astrologia era tributaria dei bisogni dell’uomo antico, condizionato dal problema della sopravvivenza e dalla necessità di controllare gli eventi. Con il trascorrere del tempo, questa disciplina si è affrancata dal concetto di fatalismo, integrandosi con il principio di sincronicità e sviluppando un approccio olistico alla consulenza e all’interpretazione. L’astrologia olistica rifugge l’approccio segno-solare che, solitamente, affascina la massa e gli individui desiderosi d’identificarsi con l’uno o l’altro segno, senza dover preoccuparsi di connessioni più profonde e complesse. La posizione del Sole nel cielo natale è solo una parte di quella molteplice e ologrammatica realtà insita in ogni nativo. Il Sole e la Luna rappresentano, perciò, le energie luminose che, in sintonia con le altre forze planetarie, partecipano all’evoluzione dell’individuo, perché insite all’interno della sua natura.Un’astrologia funzionale al percorso di conoscenza e di crescita è l'ideale per l'essere umano, in quanto individuo complesso, unico, irripetibile e co-creatore della sua storia. Tale astrologia trascende la mera analisi delle caratteristiche personali, spingendosi oltre l’individuazione dei punti forti e deboli o l’elencazione degli eventi buoni e cattivi. Attraverso questa visione, il tema natale è un mezzo per entrare in contatto con la dimensione interiore, è una mappa in cui il moto dei corpi celesti riflette le modalità in cui il nativo potrebbe reagire ai possibili accadimenti. L’interpretazione non è, dunque, il punto d’arrivo del consulto, ma un nuovo punto di partenza. L’astrologo, a sua volta, assume il compito di aiutare le persone ad intraprendere la strada della conoscenza, per rendere la vita più accettabile. Naturalmente, l’approccio olistico non è una tecnica, ma una maniera assai particolare di sperimentare la consulenza. In effetti, le tecniche sono le stesse, solitamente, usate dagli altri astrologi, ma il tema natale con i suoi successivi sviluppi è letto, secondo uno metodo globale del tutto diverso. Ad esempio, quando l’astrologo olistico ascolta il cliente, egli sospende le proprie opinioni e ascolta, ma può anche porre delle domande precise su un fattore scelto insieme con il suo cliente. Nello stesso tempo, quello che il nativo afferma, diventa parte dell’astrologo e l’analisi diventa funzionale anche a ciò che, nel suo impegno, l’astrologo v’introduce di se stesso. Di questi tempi, il termine olistico è applicabile ai settori più disparati: dalla medicina alle tecniche imprenditoriali, dalla didattica alla politica, dalla sociologia all’economia o all'agricoltura, etc. Penso sia doveroso, accennare alla storia di questo termine e alla teoria in esso sottesa.
Il termine Olismo, deriva dal greco hólon (tutto, intero). In effetti, la conoscenza olistica implica un modo di considerare la realtà, secondo un approccio pluralistico e interculturale. Aprirsi alla diversità, infatti, significa saper affrontare la crisi, accettando e riconoscendo il valore del “diverso” da sé. Benché nato nel ventesimo secolo, l’Olismo risale ad antiche tradizioni occidentali ed orientali. Tra i precursori occidentali troviamo:
1. Pitagora: il concetto dell’“Armonia delle sfere” che, tra l'altro, è applicabile anche all'Astrologia delle Armoniche .
2. Keplero: "Nulla esiste, né accade nel cielo visibile, che non sia percepito, in qualche modo misterioso, dalle facoltà della Terra e della Natura. Queste facoltà dello spirito qui sulla terra sono influenzate quanto il cielo stesso… L'anima naturale dell'uomo non è di misura più grande di un singolo punto e su tale punto sono in potenza impressi la forma e il carattere dell'intero cielo, come se questo punto fosse cento volte più grande".
3. Spinoza: l’opposizione al dualismo cartesiano.
Il termine vero e proprio fu coniato dal politico e statista sudafricano Jan Christiaan Smuts (1870–1950), nel libro Holism and Evolution (Olismo ed evoluzione) del 1926, in cui spiega " la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti, attraverso l'evoluzione creativa". L’applicazione di questa teoria, oltre a suscitare l'interesse di vari fisici quantistici, fu approfondita ed elaborata da un collaboratore di Einstein, il fisico David Bohm. Filosofo, mistico e attivista sociale, Bohm ha dedicato anni della sua vita a studiare il flusso continuo tra le parti dell'universo. Nel 1959, leggendo un libro del filosofo indiano Krishnamurti, Bohm colse l’analogia tra l'olismo e la teoria sulle relazioni del cosmo. Krishnamurti, infatti, sosteneva che la coscienza individuale è una manifestazione della coscienza umana nella sua interezza, comprensiva della sua storia, delle percezioni e delle interazioni con la natura. Da questa similitudine d'idee, tra i due nacque una profonda amicizia, durata fino alla morte di Krishnamurti nel 1986. Molte delle loro discussioni sono state pubblicate in “Truth and Actuality'” (1978) e "The Ending of Time"(1983). In Wholeness and the Implicate Order (1980), Bohm presenta la “Teoria dell'ordine implicato”, secondo cui la coscienza non è una proprietà specifica degli animali superiori, ma è insita in tutta la materia; la realtà è considerata, quindi, in funzione di totalità integrata, mentre la personalità umana è un microcosmo all’interno del macrocosmo. Bohm usa spesso la metafora dell'ologramma per spiegare la teoria sulla visione globale dell'esistenza. L'ologramma è un'immagine fotografica, prodotta da una luce laser per creare un'immagine tridimensionale. L'immagine è posta su una lastra fotografica. Illuminando con il laser una minuscola parte, tagliata dalla lastra fotografica originaria, compare l'intera immagine, anche se con qualche dettaglio in meno, perché ogni parte ha implicitamente trattenuto l'informazione del tutto. Recentemente, Bohm ha cercato di applicare i principi della fisica ai problemi della società, quali strumenti per risolvere il conflitto sociale, attraverso un processo olistico di dialogo di gruppo. Un altro apporto assai forte è stato offerto da Mandelbrot. Attraverso i frattali, egli rappresentò la possibilità di suddividere la natura in un numero indefinito di parti, ognuna uguale all'originale, seppur in scala sempre più ridotta [1]. Mandelbrot coniò il termine frattale, derivandolo dal latino fractus. Il frattale è una figura geometrica in cui un motivo identico si ripete su scala continuamente ridotta; ingrandendo la figura, si otterranno forme ricorrenti e ad ogni ingrandimento essa rivelerà nuovi dettagli. Contrariamente a qualsiasi altra figura geometrica, un frattale non perde il dettaglio, quando è ingrandito, ma si arricchisce di nuovi particolari. I frattali, infatti, possono essere ingranditi, senza la perdita delle caratteristiche originali. I frattali sono rappresentati, magnificamente, in natura. La felce, per esempio, è un ottimo esemplare di frattale. Ogni sua parte (fig. 1) è una copia in miniatura della foglia completa.
(fig. 1) |
In ogni piccola parte della felce, inoltre, si possono trovare parti più piccole, sempre simili alla felce intera. Nella figura 2, la parte lilla è la copia in piccolo dell'intera foglia. La parte blu, a sua volta, è la copia ridotta della parte lilla. La parte azzurro chiaro è la copia ridotta della parte blu.
(fig. 2) |
Altri interessanti contributi alla visione olistica sono stati introdotti da Fritjof Capra, attraverso il concetto di relazione, secondo cui la realtà è una rete di relazioni ed ogni sua parte può essere compresa in rapporto al resto. Molto affascinante è la teoria dell’antropologo Gregory Bateson [1904-1980] che in due famosi libri [2] , invita a pensare alla mente in termini di danza delle parti interagenti, inerenti a costruzioni fisiche del sistema a cui corrispondono. Opponendosi al riduzionismo, Bateson reintrodusse il concetto di "Mente" all’interno delle equazioni scientifiche. Secondo le sue teorie, la Mente è la parte costituente della "realtà materiale" e di conseguenza, non ha senso scinderla. Molto avvincente, soprattutto per la ricaduta nel mondo pedagogico, è il contributo del sociologo parigino Edgar Morin, che in “La testa ben fatta”, così si esprime: "Far convergere le scienze naturali, le scienze umane, la cultura umanistica e la filosofia nello studio della condizione umana. Allora si potrebbe giungere ad una presa di coscienza della comunità di destino propria della nostra condizione planetaria, in cui tutti gli umani sono messi a confronto con gli stessi problemi vitali e mortali" (pag. 44). Concludo questa carrellata di studiosi con l’economista bengalese, premio Nobel per l’economia 1988, Amartya Sen. Egli ha introdotto un approccio olistico alla teoria dell'eguaglianza e delle libertà, studiandone i parametri, non solo attraverso i tradizionali indicatori dell’accessibilità ai beni materiali, ma analizzando la possibilità di vivere esperienze o situazioni cui l'individuo attribuisce un valore positivo, con la possibilità di sviluppare le capabilities per realizzare modi di essere, riconosciuti come validi (L’ineguaglianza, 1992, tr. it. Il Mulino, Bologna 1994). Secondo l’Olismo, i ritmi del mondo possono essere armonizzati, grazie alla consapevolezza della globalità dell’individuo e ad una visione amplificata della realtà, ove l'uomo-microcosmo è connesso all’universo-macrocosmo. In altre parole, tutto ciò che esiste è interconnesso; tutto ciò che si compie, si comunica e si pensa ha un effetto immediato sull'ambiente, inteso nella sua massima accezione. Lo stesso avviene, anche per quello che non si compie, non si comunica e non si pensa. L’individuo nella sua poliedricità, attraverso l’integrazione delle sue parti, (la parte fisica, sensoriale, emotiva, affettiva, sociale, cognitiva, estetica, spirituale, ecc.), è in sintonia con l’Universo non separato, in cui esiste l’equilibrio e l'integrazione degli opposti. Possiamo sintetizzare il pensiero olistico in questi principi fondamentali: 1. Ogni parte contiene l’intero. 2. L’intero è maggiore della somma delle parti. 3. Ogni parte si trova all’interno di un sistema maggiore di se stesso che, a sua volta, si trova all’interno di un sistema maggiore. 4. Mettendo insieme le parti e integrandole fra loro, si può comprendere meglio l’intero. Alla luce di questi principi, l’Astrologia olistica considera il Tema natale come un intero maggiore della somma dei glifi e come rappresentazione di ciò che è racchiuso dentro di noi. In altre parole, glifi e simboli sono strumenti per portare alla luce realtà interne alla natura del nativo che, a sua volta, è l’immagine rimpicciolita dell’universo. L’interpretazione, quindi, non è un prodotto finito da comunicare, trasmettere o consegnare al nativo, bello econfezionato. Il tema natale è, invece, uno strumento connesso con l’esperienza del cambiamento, derivante da una successione ciclica delle energie polari [3], a loro volta insite nel seme di un’esistenza finalizzata ad espandere il grado di coscienza del nativo, in risonanza con il processo cosmico. Il tema natale, in effetti, indica la qualità e lo spessore di questo seme, proprio come avviene per il germe di una pianta che racchiude il potenziale genetico del futuro frutto. Naturalmente, lo sviluppo del potenziale d’ogni individuo sarà proporzionale all'interazione con l'ambiente, al grado di coscienza raggiunto e alla flessibilità del libero arbitrio. Il grafico, a questo punto, diventa strumento di conoscenza attiva che può essere perseguita, attraverso percorsi esperienziali di vario genere: visualizzazioni sugli archetipi, libera associazione, lavoro sui miti, respirazione, attività sugli Elementi, sogni, fiabe, narrazioni, musica, yoga nidra, mantra, ecc.. Il grafico può, addirittura, costituire un sistema meditativo. In alcuni casi, l ’Astrologia Olistica, essendo un percorso che implica un profondo lavoro di trasformazione e crescita, può attivare veri e priori momenti di grazia, come quando un improvviso lampo o l’apparizione della Luna, dopo un eclissi, illumina le tenebre, favorendo la risoluzione di un problema che, in altri momenti, sembrava insuperabile. In vari tipi di Astrologia olistica, la Luna assurge in prima linea, assumendo un’importanza pregnante (soprattutto nelle fasi di progressione) con le sue otto fasi che descrivono gli stadi principali della vita umana.
In Astrologia olistica di tipo Karmico, il moto lunare è uno strumento portante nella storia della consulenza e fa da sfondo a tutte le altre forze planetarie. Si opera in dimensione siderale, attraverso un ciclo costituito da sedici digiti che si succedono, partendo dall’unità della Luna nuova, fino al plenilunio. In questa visione, l’insieme sferico si frammenta, attraverso la graduale illuminazione, sino a ritornare alla nuova unità oscura e poi di nuovo, sino a ritrovare l’insieme illuminato. Si tratta, in effetti, di seguire il ritmo dei chiaro-scuri per conseguire una conoscenza graduale delle dinamiche insite nella storia del nativo.
Durante questo percorso, analizzando la luce del Sole e della Luna che danzano con le energie planetarie, la sintesi del tema natale con i suoi sviluppi dinamici può aiutare il nativo a ridurre i condizionamenti esterni e a manifestare il suo potenziale interiore in modo ottimale. Lavorare in modo esperienziale sulle energie planetarie, connesse ai luminari e soprattutto alle fasi lunari, siano esse otto o sedici, favorisce un contatto profondo con le parti più intime del tema natale. Il consulto diventa, così, uno strumento di confronto tra il nativo ed il suo mondo interno. L’astrologia olistica può essere funzionale anche alla vita professionale e sociale degli astrologi. Dal punto di vista ergonomico [4] , per gli astrologi, il valore delle polarità e delle differenze, diventa ricchezza interiore che stimola al pluralismo e all’intercultura. L’integrazione delle divergenze e delle fratture sapienziali tra professionisti, inoltre, aiuta il singolo astrologo ad accettare le diverse competenze nei colleghi di differente formazione; questo aiuta a garantire la dignità sociale a tutti, in misura riconosciuta e spendibile, in modo direttamente proporzionale alla preparazione e all'onestà di ognuno. [5] . Alla luce di questi principi che io stessa amo applicare, vedo il tema natale come uno "yantra [6]" su cui meditare e che permette quel processo di "individuazione", in cui il nativo scopre d’essere irripetibile ed originale, realizzando, contemporaneamente, la sua unità con gli altri esseri e con l’Universo.
"Una goccia d'acqua che si spande nell'acqua, le fluttuazioni delle popolazioni animali, la linea frastagliata di una costa, i ritmi della fibrillazione cardiaca, l'evoluzione delle condizioni meteorologiche, la forma delle nubi, la grande macchia rossa di Giove, gli errori dei computer, le oscillazioni dei prezzi sono fenomeni, apparentemente, assai diversi, che possono suscitare la curiosità di un bambino o impegnare per anni uno studioso, con un solo tratto in comune: per la scienza tradizionale, appartengono al regno dell'informe, dell'imprevedibile dell'irregolare. In una parola al caos. Ma da due decenni, scienziati di diverse discipline stanno scoprendo che dietro il caos c'è in realtà un ordine nascosto, che dà origine a fenomeni estremamente complessi a partire da regole molto semplici."
(J.Gleick, pioniere di una nuova scienza, Chaos)
[1] Les objets fractals, form, hasard et dimension (1975); The fractal geometry of nature in 1982.
[2] Verso un’ecologia della Mente; Mente e Natura.
[3] Ogni energia, oltre a far parte di un tutto, è connessa alla sua polarità opposta, con la quale vibra e si completa.
[4] L'ergonomia si occupa del rapporto tra il lavoratore e l'ambiente di lavoro in tutte le sue componenti: organizzative, fisiche e psicologiche.
[5] Capace di produrre risultati applicabili nella vita ordinaria delle persone.
[6] Yantra significa strumento, ma nello specifico delle discipline tantriche, è una forma geometrica che rappresenta specifiche divinità e particolari energie, attivate, durante i riti e la meditazione.